Zona Cesarini
A forza di vedere tutti questi blog pieni di classifiche e bilanci di fine anno, un po’ d’invidia mi è venuta. Così ho deciso di stilare anch’io le mie top five, seppure in ritardo: i cinque libri più belli che ho letto nel 2005, e i cinque più brutti. A conti fatti non è stata una grande annata, ma è anche colpa mia che ho dato fiducia a troppi libri che non la meritavano. Ovviamente siete chiamati anche voi a compilare le vostre classifiche!
Sugli altari…
1. Zolla, Storia del fantasticare
(il capolavoro di Zolla, senza se e senza ma)
2. Hoffmannsthal, L’uomo difficile
(uno di quei libri che mi rendono pericolosamente reazionario in letteratura)
3. Didi-Huberman, Images malgré tout
(il libro definitivo sulla Shoah e la sua rappresentazione)
4. Harrison, Il dominio dei morti
(tra tante chiacchiere postmoderne, un po’ di sano umanismo old-fashioned)
5. Bortolotto, Wagner l’oscuro
(barocco, involuto, pretenzioso, ma è Bortolotto)
…e nella polvere
1. Nothomb, Acide sulfurique
(un romanzo compiaciutamente, crassamente orrendo)
2. Pizarnik, La contessa sanguinaria
(la solita solfa su estetismo e barbarie, ottima per adolescenti post-punk inclini al suicidio)
3. Von Franz, Le fiabe del lieto fine
(ho sempre detto che gli junghiani – non Jung – sono per lo più una truffa culturale)
4. Stephen King, Cose preziose
(una buona trovata bruciata da un romanzone statico e prolisso)
5. Miller, Tropico del Capricorno
(un autore a cui ho scoperto di essere pesantemente allergico)
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