Guido Vitiello

Il testimone immaginario. Auschwitz, il cinema e la cultura pop

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Scompaiono gli ultimi testimoni della Shoah e la trasmissione della memoria è affidata ormai a narrazioni di seconda mano: film, serie tv, romanzi, fumetti. Ma queste narrazioni si sforzano sempre più spesso di simulare il punto di vista del testimone oculare, fornendo l’illusione di un accesso diretto al passato. Se, come dice Elie Wiesel, l’Olocausto è un mistero oscuro che solo chi ha vissuto può comprendere, agli altri non resta che una possibilità: immaginare di riviverlo. Da qui hanno origine quelle che Gary Weissman chiama fantasie di testimonianza, i tentativi immaginari di sperimentare l’evento che è divenuto ormai il nostro «mito negativo delle origini». A queste fantasie il cinema ha fornito un veicolo privilegiato, non solo attraverso i film maggiori come Schindler’s List o Shoah, ma anche e soprattutto tramite il ricco e misconosciuto universo dei film di genere. La fantascienza e i suoi viaggi nel tempo, le testimonianze «dal buco della serratura» del cinema erotico, la fascinazione del male estremo nell’horror, sono tutte vie per immergere lo spettatore nel cuore di tenebra di Auschwitz. Dopo l’«era del testimone», inaugurata dal processo Eichmann, si annuncia l’era del testimone immaginario.

Il testimone immaginario. Auschwitz, il cinema e la cultura pop, Ipermedium libri, 2011, 196 pagine

Written by Guido

gennaio 1, 2011 a 11:42 am

Pubblicato su I miei libri

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