Cucina alternativa
Tre album di ricette, compilati in un empito di febbre creativa nell’inverno del 1982. Si intitolano tutti e tre Cucina alternativa. Come fa, domanderete voi, un bambino di sei anni appena compiuti a sapere il significato della parola “alternativo”? E infatti non lo sapevo. Mi ero imbattuto in una storia di Walt Disney intitolata Paperino e la cucina alternativa (l’ho rintracciata: è uscita sul numero del 17 gennaio 1982 di Paperino & Co.) e il suono di quella parola mi aveva incantato.
Per venti lunghi anni ho dimenticato quella trilogia d’esordio – fino al giorno in cui sono andato a vivere da solo. Nel panico, quando mi sono visto stretto tra la Scilla delle friggitorie e la Cariddi dell’inedia assoluta, mi sono rivolto a quell’antica fonte di sapienza. Invano. Ho scoperto che si tratta per lo più di ricette non attuabili: non portano indicazioni sui dosaggi, e soprattutto si servono di ingredienti immaginari. Forse sono scritte in lingua elfica. Come che sia, la chiave è perduta. Ai miei ricettari d’infanzia ben si addice la battuta di Groucho Marx: “Anche un bambino di quattro anni potrebbe capirlo… Va’ a trovarmi un bambino di quattro anni perché io non ci capisco niente”.
Cucina alternativa (3 voll.), Carta a quadretti, 1982
Che meraviglia!
Alberto Cotza
luglio 10, 2017 at 4:51 PM