Politica allo stato gassoso
Tutto ciò che è solido si dissolve nell’aria, diceva Marx. A quanto pare la regola vale anche per i partiti marxisti. È quel che ho pensato oggi passando davanti alla sezione del Pd di San Lorenzo, il mio quartiere, dove ho potuto osservare gli effetti di una curiosa stratificazione storica.
La sigla del Pci, partito che si voleva perenne più del bronzo, è impressa a fuoco sulle maniglie in ferro battuto.
Quella dei Ds, che pure potevano ambire a una qualche durata, è incollata al vetro con l’adesivo, che quanto meno è difficile da staccare, richiede alcol e pazienza: a segno che i militanti non erano tanto pessimisti sulla speranza di vita del partito.
Tutto quel che riguarda il Pd, invece, è affidato a supporti volatili: foglietti fissati al vetro con un pezzo di scotch, nemmeno su tutti e quattro i lati. Equivale ad ammettere che oggi il partito c’è e si chiama così, domani chissà: sarebbe imprudente scomodare il fabbro.
È il passaggio della politica allo stato gassoso.
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