L’Amore e l’Occidente – Parte seconda
Da gennaio in libreria – ma gli impazienti e i volenterosi recensori possono farne richiesta fin d’ora all’editore Ipermedium Libri – il seguito di L’Amore e l’Occidente di Denis de Rougemont. Tradotto, curato e introdotto da me medesimo. Dalla quarta di copertina:
«Esiste un solo romanzo, nelle nostre letterature! Una sola passione che impone le stesse peripezie in tutti i tempi da Tristano in poi, dall’epifania grandiosa e decisiva dell’archetipo della passione nel XII secolo». È la scoperta che Denis De Rougemont annuncia in queste pagine, che riprendono il filo della sua opera maggiore, L’Amour et l’Occident. Mutano i fondali e le persone del dramma, ma a occupare la scena della letteratura occidentale sono sempre loro, Tristano e Isotta, eroi di una passione che sceglie la trasgressione contro la norma, la notte contro il giorno, in ultimo la morte contro la vita. Tre romanzi di amour-passion del ventesimo secolo – Il dottor Zivago, Lolita, L’uomo senza qualità – sono sottoposti da De Rougemont ad analisi mitologica, o «mitanalisi»: l’eroe di Pasternak insegue la sua Isotta, Lara, braccato da un Re Marco ferocissimo, il despota sovietico; Humbert Humbert venera un idolo avvolto dall’aura dall’interdetto, una «ninfetta» dodicenne; lo Ulrich di Musil si oppone al divieto più assoluto, l’incesto, amando la gemella Agathe. Ovunque domina Tristano, che però è qui chiamato a fare i conti con altre due figure: Don Giovanni, che ha per l’occasione le fattezze di Friedrich Nietzsche, seduttore di tutte le idee del suo tempo; e Amleto, alter ego di un altro principe danese, Søren Kierkegaard, tormentato dalla sua vocazione come l’eroe di Shakespeare lo era dallo spettro paterno.
Denis De Rougemont (1906-1985) è stato uno scrittore e saggista svizzero, tra l’altro pioniere del federalismo europeo. Il suo capolavoro, L’Amour et l’Occident, apparso per la prima volta nel 1939, è uno dei libri più influenti del Novecento. Tra le altre sue opere di argomento affine, La Part du Diable (1942), Les Personnes du Drame (1947), Doctrine Fabuleuse (1947) e L’Aventure occidentale de l’homme (1957).
Consiglio di leggere, in parallelo, di Louis-Georges Tin, L’invenzione della cultura eterosessuale, di :due punti edizioni, da poco uscito, dove si prende in esame la questione della cultura eterosessuale e della sua invenzione come modello culturale, proprio a partire da quell’ immaginario letterario di cui parla il libro che proponi.
pessima
dicembre 12, 2010 at 10:10 am
[…] scritto solo L’Amore e l’Occidente. Ha scritto anche un magnifico seguito (attenzione: pubblicità subliminale) e un gran numero di opere di argomento affine o confinante. Personnes du drame è la più […]
Annus Passabilis: il Guvi Book Award 2010 « Home
gennaio 28, 2011 at 11:59 am