Capzioso è dire poco!
A chiunque risulta evidente la differenza che corre tra una professione (medico, avvocato, falegname che sia) e l’amministrazione del denaro pubblico.
Il professionista viene pagato per una prestazione, se la esegue male peggio per lui (e per il cliente, che verosimilmente non si rivolgerà più a lui in futuro). Della sua probità morale poco interessa, finché non entra in conflitto con lo svolgimento delle sue mansioni (ad esempio, un chirurgo col vizio di bere sembrerebbe poco raccomandabile).
Il politico, se completamente privo di scrupoli morali (e se supportato da un sistema costituzionalmente avverso alla trasparenza), ha un’infinità di occasioni per fare l’utile proprio a spese dei cittadini che lo hanno eletto, e ottime probabilità – in fase di redde rationem, di gettare fumo negli occhi attribuendo ad altri le responsabilità della cattiva gestione (gli esempi non mancano).
Poi, se il punto è che non ci interessa che vada a mignotte, siamo d’accordo. Ma per favore, Croce ha sostenuto talmente tante ipotesi insostenibili, con la sicumera che gli è propria, che non si può più in buona fede considerare autorevole, specialmente in casi come questo, dove si produce in un evidente esercizio retorico da advocatus diaboli (cosa che, peraltro, sarebbe riuscita assai meglio a un Flaiano o a un Manganelli, gente più disposta ad accettare il fatto che le proprie opinioni non sono necessariamente il Verbo).
è bene chiarire se per onestà qui si intenda una qualche sorta di valore “etico”, che rientra in una difficilmente analizzabile dialettica tra bene e male, giusto e sbagliato, oppure un ben più concreto e tangibile “attenersi al principio della legalità”. Se magari può sembrare da imbecilli rifiutare un uomo politico in base alla semplice analisi (faccio un esempio) delle sue perversioni sessuali mi sembra doveroso invece respingerlo, e condannarlo, in base ad una sua condotta che violi, o che tenti di aggirare la legge. O anche che semplicemente agisca, sfruttando la sua posizione di uomo di potere, in modo da “sfumare” e rendere ambigui i confini che separano la legalità dall’illegalità. se è di questo tipo di onestà che si vuole discutere, mi pare ovvio doverla pretendere da un uomo politico. il paragone col medico, o con un qualunque altro libero professionista (privato), pare, poi, messo lì un pò “a casaccio”.. se non altro solleva dei dubbi dal momento che pone sullo stesso piano posizioni sociali che godono di regimi di privacy radicalmente diversi (un privato da una parte e un uomo politico dall’altra). su quest’ultimo punto le lascio un link con un opinione in merito che forse Le può interessare http://www.libertiamo.it/2009/10/28/la-privacy-dei-politici-non-esiste/
Non posso (né d’altro canto saprei) rispondervi a nome di Croce, il cui ragionamento peraltro si snoda per molte altre pagine, che vi invito a leggere. Volevo solo esprimere fastidio per un ideale dell’onestà e delle “mani pulite” sbandierato in modo del tutto prepolitico, terroristico e da Stato etico – insomma, la “questione morale” così come la stanno rispolverando gli ayatollah del Fatto e di Micromega, passando sopra la storia e la figura di Berlinguer, che quella questione volle sollevare anche (soprattutto?) per tatticismo anticraxiano.
Per carità, lungi da me appoggiare il fanatismo di certe aree della politica e della cultura italiana. Io approvo, appoggio e sostengo la libertà personale di tutti i cittadini, compresi quelli che hanno ruoli pubblici. Sono anche convinto che il savoir faire poltico non possa prescindere da una buona propensione al compromesso, all’accordo, alla “contaminazione”, e che il furore ideologico di taglio puritano-anglosassone sia, se non ingenuo, utilizzato strategicamente – e con dolo – per aizzare facilmente le masse.
Ciò detto, Croce esagera qui come altrove, e lo fa in quel modo borioso e aggressivo che spesso lo caratterizza: di fronte all’esiguità dell’argomentazione era bello poterlo cogliere in fallo e dargli addosso (anche se, poco sportivamente, post-mortem).
Il blog è sempre ottimo però, i miei complimenti.
Non si può dire, in nessun caso, che Croce compia qui un puro esercizio retorico. Croce ha sempre sostenuto, con altri autori e su tutti Pareto, un punto di vista francamente machiavellico, che nella cultura politica italiana è stato condiviso da politici e pensatori di destra e di sinistra. Anzi, è proprio questa mancanza di machiavellismo, di realismo politico sano applicato a una precisa visione della politica che manca alla sinistra di oggi, e chi sa che la berlingueriana questione morale non ne sia stata una delle sue ultime (alte) manifestazioni. Il problema, casomai, è che oggi si scambia il realismo politico con un misto di cinismo e di pura dedizione al piccolo guadagno immediato, celato dietro allo scenario in cartapesta del mai morto dannunzianesimo e delle patrie fanfaronate. Non si potrebbe dir meglio che con le parole di Gramsci, quando stigmatizzò l’”applicazione al puro fatto economico (guadagno eccetera)” e la politica “non solo realista di fatto (come è sempre) ma cinica nella sua manifestazione immediata”. E sottolineo “non solo realista di fatto (come è sempre)”. Ma qui (in Italia) troppi hanno dimenticato che Savonarola e Alessandro VI non sono che due facce della stessa medaglia, e che compito della sinistra sarebbe casomai cercare una alternativa a entrambi. Non una “terza via”. Proprio un’alternativa.
questo blog e’ urticante, presuntuoso e soprattutto inutile! urticante perche’ leggere certe forzature, falsita’ provoca degli sfoghi cutanei, presuntuoso perche’ un autore mediocre pensa di modificare la realta’ con qualche trucco retorico e con un atteggiamento paternalista che non permettersi; infine utile perche’ ve lo leggete tra voi cattivi maestrini e quei pochi pseudoliberal con la vocazione al bastiancontrariesimo e alla provocazione gratuita
tutto viene ben sintetizzato dal titolo: un po’ per uno come a dire un po’ di fango qua un po’ la’, nessuno deve uscirne pulito altrimenti si vedono le differenze
Capzioso è dire poco!
A chiunque risulta evidente la differenza che corre tra una professione (medico, avvocato, falegname che sia) e l’amministrazione del denaro pubblico.
Il professionista viene pagato per una prestazione, se la esegue male peggio per lui (e per il cliente, che verosimilmente non si rivolgerà più a lui in futuro). Della sua probità morale poco interessa, finché non entra in conflitto con lo svolgimento delle sue mansioni (ad esempio, un chirurgo col vizio di bere sembrerebbe poco raccomandabile).
Il politico, se completamente privo di scrupoli morali (e se supportato da un sistema costituzionalmente avverso alla trasparenza), ha un’infinità di occasioni per fare l’utile proprio a spese dei cittadini che lo hanno eletto, e ottime probabilità – in fase di redde rationem, di gettare fumo negli occhi attribuendo ad altri le responsabilità della cattiva gestione (gli esempi non mancano).
Poi, se il punto è che non ci interessa che vada a mignotte, siamo d’accordo. Ma per favore, Croce ha sostenuto talmente tante ipotesi insostenibili, con la sicumera che gli è propria, che non si può più in buona fede considerare autorevole, specialmente in casi come questo, dove si produce in un evidente esercizio retorico da advocatus diaboli (cosa che, peraltro, sarebbe riuscita assai meglio a un Flaiano o a un Manganelli, gente più disposta ad accettare il fatto che le proprie opinioni non sono necessariamente il Verbo).
Giacomo Carli
luglio 8, 2011 at 7:15 PM
è bene chiarire se per onestà qui si intenda una qualche sorta di valore “etico”, che rientra in una difficilmente analizzabile dialettica tra bene e male, giusto e sbagliato, oppure un ben più concreto e tangibile “attenersi al principio della legalità”. Se magari può sembrare da imbecilli rifiutare un uomo politico in base alla semplice analisi (faccio un esempio) delle sue perversioni sessuali mi sembra doveroso invece respingerlo, e condannarlo, in base ad una sua condotta che violi, o che tenti di aggirare la legge. O anche che semplicemente agisca, sfruttando la sua posizione di uomo di potere, in modo da “sfumare” e rendere ambigui i confini che separano la legalità dall’illegalità. se è di questo tipo di onestà che si vuole discutere, mi pare ovvio doverla pretendere da un uomo politico. il paragone col medico, o con un qualunque altro libero professionista (privato), pare, poi, messo lì un pò “a casaccio”.. se non altro solleva dei dubbi dal momento che pone sullo stesso piano posizioni sociali che godono di regimi di privacy radicalmente diversi (un privato da una parte e un uomo politico dall’altra). su quest’ultimo punto le lascio un link con un opinione in merito che forse Le può interessare http://www.libertiamo.it/2009/10/28/la-privacy-dei-politici-non-esiste/
un caro saluto prof :)
Davide
luglio 9, 2011 at 1:48 am
Non posso (né d’altro canto saprei) rispondervi a nome di Croce, il cui ragionamento peraltro si snoda per molte altre pagine, che vi invito a leggere. Volevo solo esprimere fastidio per un ideale dell’onestà e delle “mani pulite” sbandierato in modo del tutto prepolitico, terroristico e da Stato etico – insomma, la “questione morale” così come la stanno rispolverando gli ayatollah del Fatto e di Micromega, passando sopra la storia e la figura di Berlinguer, che quella questione volle sollevare anche (soprattutto?) per tatticismo anticraxiano.
unpopperuno
luglio 10, 2011 at 5:13 PM
Per carità, lungi da me appoggiare il fanatismo di certe aree della politica e della cultura italiana. Io approvo, appoggio e sostengo la libertà personale di tutti i cittadini, compresi quelli che hanno ruoli pubblici. Sono anche convinto che il savoir faire poltico non possa prescindere da una buona propensione al compromesso, all’accordo, alla “contaminazione”, e che il furore ideologico di taglio puritano-anglosassone sia, se non ingenuo, utilizzato strategicamente – e con dolo – per aizzare facilmente le masse.
Ciò detto, Croce esagera qui come altrove, e lo fa in quel modo borioso e aggressivo che spesso lo caratterizza: di fronte all’esiguità dell’argomentazione era bello poterlo cogliere in fallo e dargli addosso (anche se, poco sportivamente, post-mortem).
Il blog è sempre ottimo però, i miei complimenti.
Giacomo Carli
luglio 11, 2011 at 11:11 am
Non si può dire, in nessun caso, che Croce compia qui un puro esercizio retorico. Croce ha sempre sostenuto, con altri autori e su tutti Pareto, un punto di vista francamente machiavellico, che nella cultura politica italiana è stato condiviso da politici e pensatori di destra e di sinistra. Anzi, è proprio questa mancanza di machiavellismo, di realismo politico sano applicato a una precisa visione della politica che manca alla sinistra di oggi, e chi sa che la berlingueriana questione morale non ne sia stata una delle sue ultime (alte) manifestazioni. Il problema, casomai, è che oggi si scambia il realismo politico con un misto di cinismo e di pura dedizione al piccolo guadagno immediato, celato dietro allo scenario in cartapesta del mai morto dannunzianesimo e delle patrie fanfaronate. Non si potrebbe dir meglio che con le parole di Gramsci, quando stigmatizzò l’”applicazione al puro fatto economico (guadagno eccetera)” e la politica “non solo realista di fatto (come è sempre) ma cinica nella sua manifestazione immediata”. E sottolineo “non solo realista di fatto (come è sempre)”. Ma qui (in Italia) troppi hanno dimenticato che Savonarola e Alessandro VI non sono che due facce della stessa medaglia, e che compito della sinistra sarebbe casomai cercare una alternativa a entrambi. Non una “terza via”. Proprio un’alternativa.
Giovanni
luglio 11, 2011 at 5:32 PM
questo blog e’ urticante, presuntuoso e soprattutto inutile! urticante perche’ leggere certe forzature, falsita’ provoca degli sfoghi cutanei, presuntuoso perche’ un autore mediocre pensa di modificare la realta’ con qualche trucco retorico e con un atteggiamento paternalista che non permettersi; infine utile perche’ ve lo leggete tra voi cattivi maestrini e quei pochi pseudoliberal con la vocazione al bastiancontrariesimo e alla provocazione gratuita
tutto viene ben sintetizzato dal titolo: un po’ per uno come a dire un po’ di fango qua un po’ la’, nessuno deve uscirne pulito altrimenti si vedono le differenze
Paolo
agosto 16, 2011 at 12:45 PM