Quella voglia terrena di Eden
Non è affare di mistica, bensì di matematica: la ricerca del Paradiso, per l’esattezza, è una comunissima equazione a due incognite. Ci sono quattro fiumi, tra i quali il libro della Genesi fissa le coordinate del giardino dell’Eden. Due di essi — il Tigri e l’Eufrate — li si trova facilmente sulla carta geografica. Ma dove diavolo sono il Pison e il Ghicon, sempre che siano mai esistiti? Il rompicapo è arduo, certo, ma non tanto da scoraggiare gli spiriti affetti da quella che la giornalista Brook Wilensky-Lanford, parafrasando il Paradise Lost di Milton, chiama «paradise lust», la brama di Paradiso. Che la ricerca dell’Eden fosse tra i rovelli del Medioevo cristiano e della prima età moderna lo si sapeva bene, c’è perfino chi ha raccolto in volume le mappe congetturali di questa «geografia sacra». Meno noto è che le poeticissime e folli esplorazioni siano proseguite in tempi vicini ai nostri, dopo Darwin, il Big Bang e tutto il resto. Continua a leggere su La Lettura.
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