Negazionismo e cialtronismo
Capita perfino di chiedersi perché esistano i quotidiani, in un paese dove l’attualità non è un’increspatura sull’onda della storia ma lo sciabordìo di un eterno presente inconcludente. Basterebbe, all’occasione, riesumare antichi commenti. E così, ora che torna in auge e in aula il dibattito sul reato di negazionismo, il pigro che è in me si limiterebbe a trascrivere qualche riga da un vecchio libro, Anatomia dell’errore giudiziario dell’avvocato Titta Mazzuca, che riassumeva tutta una filosofia del legiferare: “Ma bisogna andare cauti con le leggi! In questi ultimi tempi i nostri legislatori hanno preteso di modificare il costume con la proliferazione di ogni tipo di norme. Ne sono derivate leggi viziate sul piano logico, psicologico e tecnico-giuridico”. Le leggi non si creano “col capriccio d’un atto di volontà, con l’impulsività delle reazioni, talora emotive, a determinati fenomeni sociali”. Il libro ha trentacinque anni ma nulla è cambiato, salvo che in casi come questo l’impulsività non è dettata da un allarme diffuso, foss’anche eccitato ad arte dalle cronache, ma dalla liturgia del calendario. I promotori dicono che affrettarsi a esaminare il disegno di legge è doveroso, perché incombe il 27 gennaio; a ottobre si rammaricarono perché non si poté cogliere l’onda del settantennale del rastrellamento del ghetto di Roma e dell’indignazione per i deliri di Priebke. Non è così che si legifera.
Non è serio il metodo, e c’è molto da eccepire sul merito. Che incarcerare i negazionisti sia un rimedio che rischia di aggravare e propagare il male, creando oltretutto una catena insidiosa di effetti collaterali di ordine giuridico e culturale, è stato detto in tanti di quei modi, e da voci ben più autorevoli della mia, che potrei, anche qui, incrociare le braccia e rimandare il lettore alla bella appendice che la semiologa Valentina Pisanty ha messo in coda alla nuova edizione de L’irritante questione delle camere a gas (Bompiani). Tutto quel che ho da offrire è una piccola chiosa su un fattore che mi pare imprudentemente trascurato: in Italia il miglior alleato del negazionismo non è l’oblio, o il nuovo razzismo, o il fascismo strisciante. È il cialtronismo. Il cialtronismo, ossia il vacillare di ogni criterio minimo di logica, scienza e decenza nel dibattito pubblico, quel cialtronismo che ha reso possibile che tenesse banco per mesi una cosa surreale come il caso Stamina. È il cialtronismo che bisogna debellare, se si spera di vincere quest’altra battaglia.
Perché il negazionismo, tra le altre cose, è un crimine contro il buon uso della ragione, e offre il miserabile spettacolo della mente umana che si dibatte in preda a un’ossessione persecutoria. È un vaso di Pandora di malizie e patologie logiche: il letteralismo ottuso; la paranoia cospiratoria; lo screditamento dei documenti ufficiali come veline propagandistiche, salvo quando tornano utili alla propria tesi; l’idea che una contraddizione minore infici tutto un documento; la fantasia di grandezza secondo cui una tesi è ostracizzata perché i potenti del mondo ne temono la dirompente verità. Insomma, si tratta di una specie raffinata e contorta di stupidità. Che è intollerabilmente abietta quando si accanisce sulla Shoah, ma che vediamo all’opera in molti altri ambiti. E non solo nei sotterranei della rete, ma ai piani alti: sulla stampa, sulle tv nazionali, perfino in parlamento e in qualche aula di giustizia. Rispetto al virus cialtrone siamo indifesi, se pensiamo che un negazionismo più innocuo (ma in tutto analogo nei modi di argomentare), quello dell’11 settembre, ha occupato intere puntate di Matrix e di Report, e che l’Espresso – non una rivista di ufologia – per il decennale degli attentati ha allegato il film demenziale di Giulietto Chiesa. Un paese dove accadono cose simili, e dove si fanno interrogazioni parlamentari sul signoraggio e le scie chimiche, non ha anticorpi.
Ecco, ora provate a immaginare la copertura mediatica del primo processo a un negazionista italiano. Immaginate i talk show che metteranno a confronto opinioni contrapposte sulle camere a gas perché, diranno, bisogna sentire tutte le campane. Immaginate quel che potrebbe scatenarsi in rete. Io tremo solo all’idea, tanto che l’impulsività mi spinge a invocare una legge. Sul reato di cialtronismo.
Articolo uscito sul Foglio il 25 gennaio 2014 con il titolo Anticorpi
se non che dalla chiusa dell’articolo si capisce che i cialtroni sarebbero i media che coprono l’eventuale processo, non i negazionisti che come al solito ‘so ragazzi; e comunque, posto che sono contro l’introduzione del reato di, resta il fatto che il miglior alleato del negazionismo è proprio l’oblio, il nuovo razzismo e il fascismo strisciante e negarlo, questo sì, è cialtrone
david
gennaio 28, 2014 at 5:37 PM
Credo che lei abbia letto un altro articolo.
unpopperuno
gennaio 28, 2014 at 7:33 PM
Credo che Lei abbia scritto questo: “in Italia il miglior alleato del negazionismo non è l’oblio, o il nuovo razzismo, o il fascismo strisciante. È il cialtronismo (omissis) nel dibattito pubblico”.
david
gennaio 29, 2014 at 11:21 am
Certo. Ma non ho mai scritto che i negazionisti “so’ ragazzi”, o che i cialtroni siano i media e “non i negazionisti” (sic). Né ho mai negato che oblio, razzismo e fascismo siano alleati del negazionismo. Ho detto che (in Italia, e solo in Italia) il miglior alleato del negazionismo è il cialtronismo informativo perché non ha anticorpi contro il cialtronismo negazionista. Non penso che una formula come “stupidità intollerabilmente abietta” possa essere sintetizzata, in buona fede, come “so’ ragazzi”. Ma a volte basta leggere gli articoli due volte, e tutto passa.
unpopperuno
gennaio 29, 2014 at 11:29 am
Guardi, non so come si regola coi superlativi, ma individuare “il miglior alleato” del negazionismo nel cialtronismo informativo vuol dire derubricare tutte le altre cause a minori (dal che il so’ ragazzi); detto questo posso anche continuare a leggere l’articolo all’infinito ma se nel “cialtronismo informativo” i cialtroni non sono i media non credo che riuscirò a individuarne altri.
david
gennaio 29, 2014 at 11:55 am
Rilegga anche la mia replica e capirà che ha semplicemente torto. Cose che capitano, uno legge di fretta e risponde d’impulso. Ma la sua precisazione è un ulteriore ginepraio di errori logici. Specie l’ultima frase “se nel ‘cialtronismo informativo’ i cialtroni non sono i media non credo che riuscirò a individuarne altri”. Occorre saper leggere. Certo che mi riferisco ai media, chi lo ha mai negato, cosa ha letto? Ma non ho mai scritto che i cialtroni sono i media E NON i negazionisti. Cialtroni sono i media, i quali, non avendo argini contro il cialtronismo in generale (Stamina, 11 settembre, signoraggio, scie chimiche) offrono un terreno ideale per il cialtronismo “intollerabilmente abietto” dei negazionisti. Altro che “so’ ragazzi”. Il cialtronismo informativo è il miglior alleato (in Italia, legga bene: in Italia, non in generale) perché consente al cialtronismo negazionista di diffondersi con ben più forza di quella che avrebbe, di per sé, la presa delle idee antisemite e neonaziste. Tutto qui. Basta saper leggere, e non montare polemiche di lana caprina.
unpopperuno
gennaio 29, 2014 at 12:17 PM
Quanta pazienza che ce vo’, e quanta ne hai.
Comunque mi hai fatto mettere a fuoco quanti meccanismi mostruosi scaturirebbero dall’emanazione e dall’eventuale condanna per un un reato di quel genere, in compenso potrebbe essere il tassello definitivo per mandare tutto in vacca in questo paese per poter ripartire tutto da capo, dal pleistocene.
davide
gennaio 31, 2014 at 1:56 am
[…] a) il post del blog del sociologo Guido Vitiello su Negazionismo e cialtronismo […]
Giorno della Memoria: 15 proposte per una lezione non retorica | Articoli | DeA Live
gennaio 21, 2016 at 2:25 PM
Con una legge sul reato di cialtronismo intaseremmo tutti i tribunali . Significherebbe fare un processo alla Nazione…meglio non assecondare l’impulso :)
Peppino
gennaio 25, 2017 at 5:34 PM