Neri per caso. Faletti, De Cataldo, Carofiglio
Quando un non scrittore diventa uno scrittore, e magari uno scrittore di successo, presto si pone il problema di farlo anche apparire come uno scrittore. Quale che sia il suo mestiere di provenienza – magistrato, attore, poliziotto, attore che fa parti di poliziotto – una volta diventato autore di noir (che è oggi la via regia al successo facile) bisognerà dotarlo di un look che evochi senza indugi l’immagine del romanziere.
Ora io non so a chi spetti questa impresa – se all’editore, all’agente, al fotografo della quarta di copertina o allo scrittore medesimo. Quel che so guardando le foto di Giorgio Faletti, Giancarlo De Cataldo e Gianrico Carofiglio, tutti con i loro cappottoni neri, il bavero rialzato, lo sguardo tra il pensoso e l’omicida, è che oggi per dar l’idea di romanziere bisogna essere un incrocio tra Humphrey Bogart e Nosferatu.
nei primi due azzarderei anche un problema di doppiomento. uè, owgooree.
petarda
novembre 15, 2010 at 12:40 PM
suona dietrologico (dove il dietro è il retro del bavero), ma chissà! potresti aver ragione.
unpopperuno
novembre 15, 2010 at 12:46 PM
[…] sobrio, riservando le sue piccole vanità al secondo mestiere di scrittore di noir (memorabile la foto che lo ritrae in cappotto nero e bavero rialzato, con uno sguardo minacciosamente vitreo, perfetto […]
Non ci fanno, ci sono. De Cataldo e l’ideologia dei magistrati « Home
ottobre 8, 2011 at 7:51 PM
[…] E ancora: perché i nostri divi del noir, da Carofiglio a Faletti, si fanno ritrarre sempre dietro cappottoni neri e baveri rialzati? E che colpa hanno, in tutto questo, le foto di Dino Pedriali a Pier Paolo Pasolini, con tutte […]
Vatman, il cavaliere oscuro. Intellettuali in copertina « Home
marzo 7, 2012 at 11:11 am