E da allora è sempre peggio. Le pagine indispensabili/4
Ma è deplorevole vedere migliaia di studenti che, invece di coltivarsi realmente, consumano la loro giovinezza nello studio minuzioso di opere mediocri e insignificanti per il fatto che dovranno comparire davanti agli autori o ad amici degli autori. Ho assistito ultimamente, alla Sorbona, ad una riunione di un “gruppo di lavoro”. Si parlava di estetica, più precisamente di “filmologia”. Ci si domandava quale stato ontologico si dovesse dare al film non ancora proiettato sullo schermo, le cui immagini, quindi, non hanno ancora raggiunto la “realtà schermica”. Souriau (che ha per feudo l’estetica e la filmologia, nel qual dominio senza di lui non c’è salvezza), introdusse il termine “realtà pellicolare”. Ma prima d’esser proiettate sullo schermo, prima cioè di passare dalla realtà pellicolare a quella schermica, le immagini attraversano la lente dei proiettori. A questo livello godono dunque di una “realtà lentica”. Ora, cos’è in fondo la proiezione? È un passo avanti. Dunque si dirà una promozione. Ma questa promozione può avvenire dal basso all’alto. Si tratta quindi di una promozione anaforica.
È possibile considerare definitivamente dimostrato dalla filmologia e grazie a Souriau (senza il quale non c’è salvezza nel vasto dominio dell’estetica), che il passaggio dalla realtà pellicolare alla realtà schermica attraverso l’intermediario della realtà lentica costituisce un’autentica promozione anaforica.
Spesso si sentono lamentele sul gran numero di stupidità che sono state scritte da quando esistono i libri: io confesso al contrario che ciò che mi colpisce è il gran numero di cose intelligenti e definitive che sono state scritte. Ma bisogna andare a cercarle negli autori più classici e a cui si fa meno ricorso, non in una quantità di pubblicazioni penose e mediocri che pretendono d’esser le più attuali col pretesto d’esser le più recenti. In questo modo i nostri studenti e candidati si lambiccano il cervello per cercare sotto la penna stridente di personaggi di quindicesimo ordine nozioni sull’esperienza morale, la libertà umana, l’arte e altri problemi, che costituiscono l’argomento principale delle più celebri opere prodotte dallo spirito umano!
J.F. Revel (1957), A che servono i filosofi?
Ma vale anche per quelli di sedicesimo ordine come Revel?
Salvatore De Curtis
Maggio 30, 2011 at 3:34 PM
Sì, vabbè.
unpopperuno
Maggio 30, 2011 at 3:36 PM
deplorevole davvero. tutta intelligenza buttata
lauracervellione
luglio 26, 2011 at 9:54 PM
Mah allora perché non criticare l’intero sistema universitario dell’esame, ove l’obiettivo non è la tua crescita ma rimpinzarti di nozioni, anche se di classici come vorrebbe Revel. E’ utile che qualcuno non legga solo classici o c’è il rischio di un dialogo accademico monoculturale che non serve a nessuno.
Identità Liquida
ottobre 6, 2012 at 9:59 am