Elenco analitico degli scrocconi letterari
Charles Fourier compose un elenco analitico dei cornuti, distinguendone un’ottantina di tipi, e altrettanto si potrebbe fare con gli scrocconi, tale è la varietà dei caratteri, dei moventi e degli espedienti di chi mangia a sbafo. Ma a conti fatti, per il padrone di casa depredato la distinzione che importa è una sola: ci sono scrocconi simpatici e scrocconi antipatici. Distinzione che ne sottende spesso un’altra, meno lampante, tra lo scroccone consapevole e quello che s’indignerebbe a esser definito tale. Scroccone inconsapevole, dunque? Sarebbe più corretto definirlo mitomane: a nascondergli la sua natura è infatti la misura della sua presunzione. Chi si sa destinato a grandi imprese non ha forse diritto a vivere a spese del gregge? Nel romanzo Il Rosso e il Nero di Stendhal la fulminea ascesa sociale di Julien Sorel, figlio di falegname con ambizioni napoleoniche, si spezza quando una lettera della prima amante getta sulla sua parabola una luce sospetta: «Sono costretta a pensare che uno dei suoi mezzi per farsi valere in una casa sia sedurre la donna che vi è più stimata. Mascherato da un apparente disinteresse e da frasi da romanzo, il suo grande e unico obiettivo è riuscire a disporre del padrone di casa e della sua fortuna». Quanto a scrocconi di questa sorta, però, nessuno supera in antipatia Fomà Fomìc. Continua a leggere su La Lettura.
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