Prima dell’incipit. Sull’arte dell’epigrafe
«I libri si continuano l’un l’altro, a dispetto della nostra abitudine di giudicarli separatamente», osservò Virginia Woolf in Una stanza tutta per sé. Sarebbe l’epigrafe perfetta per un libro sulle epigrafi, e infatti Rosemary Ahern, editor e agente letteraria americana, ha voluto metterla in testa a The Art of the Epigraph. How Great Books Begin (Atria Books). Un’antologia ordinata per temi e tipologie — la vita, l’amore, la follia, avvertimenti e lamentazioni, l’epigrafe esistenziale — che pesca capricciosamente tra le citazioni inaugurali di sette secoli di storia della letteratura. Sempre che abbia senso, in questo caso, parlare di storia: altra epigrafe adeguata sarebbe la frase di T.S. Eliot secondo cui tutta la letteratura, da Omero in poi, vive in un ordine simultaneo.
Si può pensare alla letteratura come a un salone affollato e risonante dove i libri conversano tra di loro, e mille bisbigli si rincorrono da un angolo all’altro echeggiandosi all’infinito. L’epigrafe è il biglietto da visita con cui un autore chiede di ammettere il proprio libro al salone, il gesto di cortesia con cui presenta il suo debuttante al gran ballo omaggiando gli ospiti arrivati prima di lui. Continua a leggere su La Lettura.
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