Guido Vitiello

Posts Tagged ‘Licio Gelli

L’Apocalisse è stata rinviata a data da destinarsi

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subuÈ più facile per un cammello (eccetera) che per un marziano andarsene da Roma. Non se ne va il Kunt di Flaiano, resta a fissare Marte da Villa Borghese perché gli hanno pignorato l’aeronave; non se ne va il Bix di Ciao marziano, dispensabilissimo film di Pingitore con Pippo Franco dipinto di verde, perché una bomba gli impedisce di decollare dal Colosseo. E per quanto Marino si sforzi di suggerire l’associazione tra il Campidoglio e la Moneda sotto assedio c’è poco da fare, il suo elaborato bubù-settete istituzionale offre una terza e apprezzabile variazione sul tema, con un tocco di pochade che forse avrebbe scontentato Flaiano. Tanto basta a smascherare il grande equivoco di Suburra di Sollima, che a sua volta è solo un caso di un malinteso più generale e più longevo, quello del noir epico-fumettistico come via maestra al racconto dell’Italia (per poco non ci cadeva pure Virzì, il solo a tenere alta la bandiera della commedia). È atterrato nel galoppatoio di Villa Borghese, non da Marte ma dalla ben più aliena America, un cargo di merci d’importazione: il millenarismo evangelico e puritano, il countdown apocalittico, il moralismo un po’ funereo, la notte perenne, la pioggia purificatrice, e soprattutto il mito della città decaduta e dannata, la Los Angeles di Ellroy e di Connelly, la Sin City dei fumetti di Frank Miller. Ma è tutta roba che fatica ad acclimatarsi, anche se resterà a lungo (nuovi guasti all’astronave). Leggi il seguito di questo post »

Contra Piercamillum

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Si vola alto nell’ultimo libro di Piercamillo Davigo, Processo all’italiana (Laterza), scritto con il giornalista Leo Sisti. Basta scorrere l’indice analitico: per arrivare ad Alfano, Angelino bisogna passare per Agostino da Ippona, santo, e Alessandro Magno. Non si approda a Berlusconi, famiglia, senza prima aver incontrato Bacon, Francis e Barabba. Costanzo, imperatore, precede Costanzo, Maurizio. Gesù Cristo fa luce tra Gelli e Ghedini, alleluia. Si vede bene come questa eletta compagnia possa solleticare gli istinti più nobili del polemista, e spingerlo a immaginare un “Contra Piercamillum” sul calco del libello che Origene, padre della Chiesa, indirizzò a Celso, filosofo pagano. E d’altro canto Davigo è un magistrato a cui tutti, anche i detrattori o gli avversari ideologici, riconoscono competenza, sottigliezza e grande cultura giuridica.

Magari potranno non piacere le periodiche incursioni sul divanetto della Dandini, così frequenti che ormai Davigo ha messo insieme un suo repertorio da showman e un buon numero di tormentoni (i magistrati predatori che migliorano la specie predata dei corrotti; i tre gradi di giudizio per un biglietto falsificato della metropolitana; il dialoghetto sillogistico “tutti rubano”, “lei ruba?”, “no”, “e allora siamo in due”), ma in questo caso il problema non è di Davigo, che fa coerentemente la sua parte di magistrato moderato e un po’ perbenista, è di quella sinistra ingaglioffita che pende dalle sue labbra anche quando paragona la funzione rieducativa della pena agli schiaffoni ricevuti dal babbo a cinque anni (“così impari!”). Magari potrà non piacere, a noialtri garantisti, che Davigo infiocchetti certe sue sortite – spesso rigorose fino alla spietatezza – con citazioni di Sciascia o di Salvatore Satta, ma bando a queste gelosie piccine, un “Contra Piercamillum” va fatto come si deve, e la prima regola del buon apologista è in fin dei conti la stessa della boxe: niente colpi sotto la cintura. Leggi il seguito di questo post »

Written by Guido

aprile 20, 2012 at 7:29 PM