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Non può accaderti nulla (Mani bucate, 19)
Le belle donne costano, diceva qualcuno. Ebbene: costano anche le belle frasi. Molto ho dilapidato per inseguirne una che a esser sincero trovavo quasi brutta, priva di lusinga, come una signorina Felicita; ma che qualcosa di fatale doveva pur averlo, se lasciò un segno permanente su quattro corteggiatori non facili alle smancerie. La frase è questa: “Non può accaderti nulla”. Poca cosa, vedete bene; ma bastò a Ludwig Wittgenstein per intravedere la possibilità della mistica, e riabilitare la religione. Riferisce l’episodio l’amico Norman Malcolm: “Mi disse che in gioventù aveva disprezzato la religione, ma che intorno ai ventun anni qualcosa gli aveva fatto cambiare atteggiamento. A Vienna aveva assistito a teatro a un dramma mediocre, ma in esso uno dei personaggi esprimeva il pensiero che qualunque cosa accadesse nel mondo, nulla di male poteva accadere a lui – era indipendente dal fato e dalle circostanze”. Un’idea stoica non proprio luccicante di novità, c’è da supporre che Wittgenstein l’avesse incontrata prima in Epitteto o in Marco Aurelio, abbigliata di parole non troppo diverse. Ma solo quando la vide sulla scena se ne innamorò: e molti anni dopo, nella Conferenza sull’Etica, mostrò di non averla dimenticata. Leggi il seguito di questo post »
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