Posts Tagged ‘Mario Monicelli’
Fulminati da Mao. L’elettrizzante storia del Libretto rosso
Se per le vie di Roma vi capitasse di avvistare un tizio leggermente bruciacchiato che deambula con lo sguardo perso e i capelli da istrice, niente paura, quello sono io. Ma non state in pensiero per me, è solo che ho avuto l’imprudenza di infilare le dita in un libro ad alta tensione e sono state trecento pagine di scosse e cortocircuiti senza tregua. S’intitola Mao’s Little Red Book. A Global History, lo ha curato lo storico americano Alexander C. Cook e lo ha pubblicato da poco più di un mese la Cambridge University Press. È un primo tentativo di tracciare una storia planetaria del Libretto rosso di Mao a cinquant’anni dalla sua apparizione, e d’inseguirne gli usi e gli abusi in Cina, in Unione Sovietica, in India, in Tanzania, in Jugoslavia, in Francia, in Albania, nelle due Germanie, in Perù e ovviamente in Italia (è l’inserto comico del libro), tutti paesi in cui è stato trasformato di volta in volta in “retorica, arte, canzone, performance, accessorio, simbolo, talismano, distintivo e arma”. Richiuse le pagine, dopo un’ultima vampa, la mia testa friggeva come un fusibile bruciato, ma se pensiamo che il generale Lin Biao prestò al Libretto la più minacciosa metafora di “una bomba atomica spirituale di infinita potenza”, si può dire che mi è andata bene. Leggi il seguito di questo post »
Strane storie. Il cinema e il “romanzo delle stragi”
Chi ricorda il finale di America oggi (1993), il film polifonico di Robert Altman ispirato ai racconti di Carver? Una moltitudine di personaggi, storie e voci era accomunata, prima dei titoli di coda, da una fragorosa scossa di terremoto che faceva tremare tutta Los Angeles. Se ne parlò, all’epoca, come di un raffinato espediente narrativo, con annesse discettazioni sul postmoderno (allora molto in voga). Allo spettatore italiano, tuttavia, quel finale poteva facilmente ricordarne un altro, di molti anni prima, ambientato non già a Los Angeles ma a Roma: lo scoppio della bomba che riannodava per un istante le vicende dei tre protagonisti di Un sacco bello (1980) di Carlo Verdone. Un’esplosione seguìta dal suono delle sirene che alludeva probabilmente agli attentati dinamitardi al Campidoglio dell’aprile 1979, ma che per il pubblico dell’epoca riportava alla mente molte altre bombe – una lunga sequela di stragi a cui si sarebbe aggiunta, pochi mesi dopo l’uscita del film, quella della stazione di Bologna. Leggi il seguito di questo post »
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