Guido Vitiello

Posts Tagged ‘Renzo Martinelli

Sull’utilità e il danno della moviola. Dal gol di Turone al caso Moro

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moviola-accusaEnzo Tortora era innocente, ma frugando bene una piccola colpa gliela si trova. È stato lui, quand’era conduttore della “Domenica sportiva”, a inaugurare il longevo rito nazionale della moviola: era il 28 febbraio 1965, e l’occasione era un gol di Rivera. Nasceva, quasi inavvertito, un nuovo registro della conversazione pubblica, che s’innestava su antiche inclinazioni del costume italico ed era destinato a propagarsi ben al di là dei campi di calcio; in esso s’intrecciavano il gusto tutto avvocatesco per la controversia regolamentare, l’attenzione maniacale al dettaglio, ingigantito fino a eclissare il quadro generale, la fissazione perdurante su qualche episodio traumatico, la sete mai appagata di verità e di riparazione, una sconfinata permalosità. Qualche anno dopo, su “La Nazione”, Tortora inneggiava alla “libertà di moviola” – le sue origini, diceva, sono nella narrazione al rallentatore di Proust – auspicando che l’analisi domenicale delle partite fosse un luogo di educazione intellettuale delle tifoserie. I decenni successivi gli avrebbero dato ragione. Leggi il seguito di questo post »

Written by Guido

marzo 30, 2014 at 1:25 am

Strane storie. Il cinema e il “romanzo delle stragi”

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Chi ricorda il finale di America oggi (1993), il film polifonico di Robert Altman ispirato ai racconti di Carver? Una moltitudine di personaggi, storie e voci era accomunata, prima dei titoli di coda, da una fragorosa scossa di terremoto che faceva tremare tutta Los Angeles. Se ne parlò, all’epoca, come di un raffinato espediente narrativo, con annesse discettazioni sul postmoderno (allora molto in voga). Allo spettatore italiano, tuttavia, quel finale poteva facilmente ricordarne un altro, di molti anni prima, ambientato non già a Los Angeles ma a Roma: lo scoppio della bomba che riannodava per un istante le vicende dei tre protagonisti di Un sacco bello (1980) di Carlo Verdone. Un’esplosione seguìta dal suono delle sirene che alludeva probabilmente agli attentati dinamitardi al Campidoglio dell’aprile 1979, ma che per il pubblico dell’epoca riportava alla mente molte altre bombe – una lunga sequela di stragi a cui si sarebbe aggiunta, pochi mesi dopo l’uscita del film, quella della stazione di Bologna. Leggi il seguito di questo post »

Il Gambero Verde. Secessioni culinarie

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Per chi, come me, vive per lo più nella sua testa, la città non esiste se non come fondale di sogno. Mi accorgo della sua esistenza solo quando un emissario del mondo esterno – generalmente un Tir, ma anche un cagnolino sufficientemente incazzoso può andar bene – minaccia di venirmi addosso e di travolgermi. Allora sono costretto ad aprire gli occhi, e mi accorgo di alcune cose curiose.

Fu per esempio l’agguato di un cocker spaniel (giocherellone, dicono: ma io non mi fiderei), a Villa Torlonia, a riscuotermi dal perenne dormiveglia e a farmi notare che la strada che conduce alla residenza di Mussolini è intitolata a Renzo De Felice, con ironia non so quanto involontaria. Leggi il seguito di questo post »

Written by Guido

febbraio 21, 2011 at 1:45 PM