Non giudicate. Presentazione alla Camera dei Deputati
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Presentazione di Non giudicate. Conversazioni con i veterani del garantismo. Mauro Mellini, Domenico Marafioti, Corrado Carnevale, Giuseppe Di Federico (Liberilibri).
Sabato 27 ottobre 2012, ore 18, Sala Aldo Moro. Con l’autore, intervengono Massimo Bordin, Giuliano Ferrara e Pierluigi Battista. Modera Serena Sileoni. Fonte: RadioRadicale.
Qui il servizio di Rai Parlamento a cura di Roberto Amen.
Lezione di garantismo da Giuliano Ferrara, quello che diceva che a Guantanamo c’erano i nemici degli americani e quindi un contesto da valutare, che legittimava la sospensioen del garantismo, quello che ha difeso per 15 anni l’ex presidente del consiglio nel nome del garantismo, il garantismo come pratica mediatica, il garantismo al servizio dei potenti, il garantismo di un uomo che ha fatto parte di un gruppo politico che ha emanato o permesso che fossero emeanate leggi su droga, su immigrazione e via dicendo, in cambio delel fmigerate leggi personali a tutela del capo, ma sempre, beininteso, salvaguardando la presunzioen di innocenza prevista in costituzione, anch se maagari i fatti materiali di reato latitavano, come nel caso dell’immigraizoen clandestina e recidiva, appunto… un garantismo che diviene il centro di un sistema di valori giuridici dove non si analizza il merito della legge, e si buttano le chiavi se qualcuno è colpevole e recidivo per il reato di immigrazione clandestina, o per qulalche grammo di hashish, un garantismo come leggi emanate sui processi in corso e redatte dagli avvocati di colui che è stato per anni, quantomeno l’editore morale di Giuliano Ferrara, un garantismo da radio londra, un garantismo come difersa dell’innocenza presunta, ma non della colpevolezza effettiva e dimsotrata, non di caino, un garantismo come visione debole della realtà giudiziaria italiana, e della realtà legislativa, laddove ci si arresta lì, all’innocenza presunta, e non si valuta la posizione dei colpevoli, rispetto ai contenuti di una data legge penale emanata in un dato contesto storico, un garantismo fondato sul solito stantio disfavore per i giudici, ma al contempo sul valore religioso delle sentenze definitive di assoluzione -che so?, per concorso esterno in associazione mafiosa, un garantismo che si fonda sul livore per i giudici, quando inquisiscono, e al contempo sulla fiducia in quei giudici stessi, quando assolvono, un garantismo come non lasciarli passare in continuazione da inquirneti a giudicnati. Per cusi certo, il passo è breve: garantismo e separazione delle carriere come no, i pm sotto l’esecutivo, un garantismo che in Italia, negli ultimi 15 anni, è stato sovente sbandierato come gran principio etico prima che giuridico , ma solo e sempre quando in galera ci andavano i potenti e i ricchi. Il garantismo di Bruno Vespa con De Lorenzo. Un garantismo per tutti, allora, un garantismo che tuteli i poveracci e i potenti allo stesso modo, un garantismo per i cittadini, a prescindere da qualsiasi differenza di ceto e condizioni economioche, un garantismo come agenda morale dei giornalisti che si occupano della classe politica italiana e dell’uomo comune, dell’albanese, del romeno faccia di pugile, un garantismo come pura forma, un garantismo scisso dal contesto storico in cui lo si invoca, e da chi lo invoca, dove questo modello culturale viene usato come strumento di difesa delle elites e si deve aspettare il morto ammazzato dalla polizia e figlio di nessuno ucciso dalle procedure, per aprire un processo, ovviamente nel nome del garantismo. Un garantismo un po’ snob, amante del paradosso, dell’andare controcorrente, un garantismo anche per Hitler, ma non per Stalin, un garantismo che poggia sull’uguaglianza formale sernza affrotnare il problema di quela sostanziale, un garantismo da frasi poco consone da refrain, un garantismo. Ecco farsi introdurre un libro su un tema così serio da Giuliano Ferrara lo trovo decisamente…una forma di garantismo, ma nel senso che ti presumo colpevole. E ti condanno pubblicamente, ti giudico, alla faccia dti tutto il cattolicesimo latente del non giudicare, associato al sacramento della confesisoen dei propri peccati, e magari alle condanne morali di aborto ed eutaniasia, da parte del papa di giulaino ferrara. Marco Mantello
Marco Mantello
ottobre 31, 2012 at 10:46 am
Di tutta evidenza non sai nulla del libro, di me, di Ferrara, del suo ruolo nella genesi di questo libro, di ciò che ha detto durante la presentazione, ecc. Ma riconosco la vecchia e cara nota di livore – o “la rabbia” – ed è a suo modo un risentirsi a casa. Ovviamente non do alcun peso alla condanna di uno che, per restare in metafora, non si è nemmeno letto le carte. Tra i tanti strafalcioni che scrivi, ti consiglio quanto meno un ripasso dei tuoi studi giuridici: dire “garantismo e separazione delle carriere come no, i pm sotto l’esecutivo” è a metà tra il provincialismo arci-italiano e l’ignoranza crassa.
unpopperuno
ottobre 31, 2012 at 11:15 am
per l’hessel de’ noantri, che esterna luoghi comuni maldigeriti : uno sputo non è libertà di espressione.
citoyenne
ottobre 31, 2012 at 2:00 PM
Forse sei tu che dovresti ripassare un po’ di coerenza, e di filosofia morale impiantata sull’utile, che tristezza. Sono felicissimo di non sapere nulla di un libro prefatto da Giuaaino Ferrara, di cui purtroppo so, da anni, visto che le immagini pubbliche hanno un peso, come le parole, e i luoghi comuni maldigeriti, dei quali il tuo prefattore è un campione. Ognuno si sceglie i compagni dis trada che si merita, quello che dovevo dirti te l’ho detto pubblicamente, e senza virgolettati, che davvero non c’entrano nulla con il merito delle mie osservazioni. A mai più risentirci.
Marco Mantello
ottobre 31, 2012 at 3:07 PM