Guido Vitiello

Freak Fetish Disorder (FFD)

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downloadLa prossima edizione del DSM, il Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, dovrà includere una nuova patologia che propongo di battezzare Freak Fetish Disorder (FFD). È quella oscura compulsione che fa sì che dopo qualunque evento tragico, solenne o anche semplicemente serio – lo tsunami, le elezioni, la strage di Charlie Hebdo, le dimissioni di Ratzinger – ci si precipita su Twitter a fare il giro dei freak: Gasparri, Fusaro, Giulietto Chiesa, la Guzzanti, il professor Becchi. Ci si crogiola morbosamente tra giudizi abominevoli, accostamenti demenziali, congetture paranoidi, proprio come un tempo si andava per fiere a vedere la donna barbuta o l’uomo elefante. Poi, se proprio resta tempo, un’occhiata distratta al New York Times e a Le Monde. Il disturbo è grave, e non tanto perché sono in molti a soffrirne, quanto perché i freak si moltiplicano come cavallette, controllano una buona metà del Parlamento, hanno perfino un partito tutto loro che ha candidato al Quirinale il decano dei freak italiani, Ferdinando Imposimato. È una patologia esigente e feroce, il FFD, che impedisce ogni altra occupazione: solo a scorrere i sedicimiladuecento blog del Fatto quotidiano se ne va una settimana.

Confesso di esserne affetto, sia pure in forma lieve. Ora, per esempio, con l’elezione del presidente, dovrei leggere le opinioni più intelligenti sulle fonti più autorevoli. E invece niente, passo i miei pomeriggi a fare il grand tour degli scherzi di natura, mentre accanto a me cresce la pila dei libri e dei giornali che varrebbe la pena leggere. Perché butto così la mia vita? Ma ogni tanto l’oscuro tiranno interiore ripaga le fatiche dei suoi schiavi, e proprio ieri mi ha fatto scoprire una sublime fantasia golpista della presidente di Libertà e Giustizia Sandra Bonsanti. Lo stile non è quello militaresco di Asor Rosa, che suggeriva di chiamare il 112 per mandar via Berlusconi. Il professore voleva i colonnelli, la profetessa della Costituzione sogna un messia al Quirinale: “Il mio Presidente salirebbe a piedi al Colle tra due ali di folla in festa”. E cosa farebbe, appena eletto, il Gesù dei liberi e giusti? Un colpo di Stato. Rivolgerebbe un bel discorso populista ai cittadini per ottenere la loro fiducia, alla faccia del Parlamento. Annuncerebbe che non intende controfirmare stravolgimenti della Costituzione; direbbe che la riforma della giustizia o la fanno d’intesa con l’Anm o lui non firma neppure quella; detterebbe al Parlamento le leggi da votare per estirpare la corruzione; infine, così a capriccio, scioglierebbe le camere, e pazienza se c’è un governo in carica. Se Asor Rosa era fermo a Monicelli, la Bonsanti ha in mente le coreografie di Jesus Christ Superstar, con le ali di folla che accompagnano l’ascensione del redentore al colle. I sintomi del FFD si aggravano, e mi trovo a ripensare a un altro libro freak, Vangelo e Costituzione, il romanzo del magistrato Michele Del Gaudio (che ho letto voracemente, mannaggia a me, lasciando a marcire in una pila Tolstoj e Balzac), dove Gesù Esposito (sic) rinasce in un basso napoletano e predica ai poveri il Vangelo e la Costituzione. Perché, perché butto così la mia vita?

Eppure, nel grande disegno della creazione i freak hanno un ruolo prezioso. Il loro aspetto deforme e caricaturale consente di cogliere in un colpo d’occhio la vera natura di idee che, espresse in forme più sobrie, potrebbero apparirci ingannevolmente sensate. In extremis veritas: solo grazie a Giorgio Bongiovanni, il carismatico con le stimmate che aspetta gli extraterrestri e che dirige AntimafiaDuemila, organo ufficioso dei pm di Palermo (la definizione è di Ingroia), ho capito che quell’intreccio di ufologia e martirologio non era una stravaganza, ma l’essenza più profonda del circo della trattativa. E solo grazie alla Bonsanti e al suo Cristo golpista che scioglie le camere a capocchia ho capito che della Costituzione non conta la lettera, perché la lettera uccide, ma lo spirito, e ai liberi e giusti battezzati nel Giordano del ’48 è lecito sparare qualunque minchiata. Lunga vita ai freak!

Articolo uscito sul Foglio il 31 gennaio 2015 con il titolo Che spasso quei freak che vogliono un Messia parruccone. Creano dipendenza

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