Guido Vitiello

Posts Tagged ‘Ferdinando Imposimato

Freak Fetish Disorder (FFD)

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downloadLa prossima edizione del DSM, il Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, dovrà includere una nuova patologia che propongo di battezzare Freak Fetish Disorder (FFD). È quella oscura compulsione che fa sì che dopo qualunque evento tragico, solenne o anche semplicemente serio – lo tsunami, le elezioni, la strage di Charlie Hebdo, le dimissioni di Ratzinger – ci si precipita su Twitter a fare il giro dei freak: Gasparri, Fusaro, Giulietto Chiesa, la Guzzanti, il professor Becchi. Ci si crogiola morbosamente tra giudizi abominevoli, accostamenti demenziali, congetture paranoidi, proprio come un tempo si andava per fiere a vedere la donna barbuta o l’uomo elefante. Poi, se proprio resta tempo, un’occhiata distratta al New York Times e a Le Monde. Il disturbo è grave, e non tanto perché sono in molti a soffrirne, quanto perché i freak si moltiplicano come cavallette, controllano una buona metà del Parlamento, hanno perfino un partito tutto loro che ha candidato al Quirinale il decano dei freak italiani, Ferdinando Imposimato. È una patologia esigente e feroce, il FFD, che impedisce ogni altra occupazione: solo a scorrere i sedicimiladuecento blog del Fatto quotidiano se ne va una settimana. Leggi il seguito di questo post »

Romanzo criminale, Mafia Capitale e la Notte dell’Onestà

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10686913_10152417920558017_6563526332733074284_nIo faccio voto di non usare la parola “pirandelliano”, per non cadere nel luogo comune; voi però leggete questa notizia e meditate sulle inverosimiglianze e le assurdità della vita, che se non copia dall’arte quanto meno le si mescola fino a rendersene indiscernibile. Il Movimento Cinque Stelle ha convocato per il 24 gennaio la Notte dell’Onestà (è un pomeriggio, a rigore) in Piazza SS. Apostoli a Roma, per non dimenticare lo scandalo Mafia Capitale. Attori, cantanti e altra gente di spettacolo si avvicenderanno sul palco, ma la sera del 24 non si recita a soggetto, al contrario: si leggono intercettazioni della Procura di Roma. L’uso delle altrui telefonate come sceneggiatura, copione, canovaccio da commedia dell’arte o testo di una sacra rappresentazione ha ormai una lunga storia, dalle ricostruzioni a fumetti di Santoro – che però nel gusto inclinavano più al fotoromanzo, al Grand Hotel – alla consacrazione di Lucarelli, che riconobbe nell’intercettazione un nuovo genere letterario e lanciò perfino un concorso di intercettazioni immaginarie. Leggi il seguito di questo post »

La congiura degli dèi

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complottoNegli stessi anni in cui María Zambrano scriveva che il delirio persecutorio, il sentimento di essere scrutati e dominati da potenze invisibili, è all’origine della credenza negli dèi, Karl Popper sosteneva che le teorie del complotto nascono dalla secolarizzazione delle superstizioni religiose, poiché il trono lasciato vacante da Dio spinge a chiedersi: chi c’è al suo posto? Dubito che i due si leggessero a vicenda, ma avevano coniato il recto e il verso di una stessa moneta. Che può esser spesa, ad esempio, per spiegare come mai siamo tanto propensi a trattare il tema del complotto come una costante metastorica, una mitologia perenne e pressoché immutabile, radicata negli strati profondi della mente e negli istinti sociali più elementari. Variano gli attori e i fondali, il canovaccio della Grande Congiura è sempre quello. Ma è proprio questo carattere universale, ripetitivo fino alla noia, a rendere interessanti le sole cose che mutano: gli attori e i fondali, appunto. Questo pensavo leggendo l’utilissimo libro scritto da Massimo Teodori con Massimo Bordin, Complotto! (Marsilio). Teodori percorre a ritroso le mille favole cospiratorie dell’Italia repubblicana, dagli intrighi di Napolitano per disarcionare Berlusconi al foulard giallo di Lucky Luciano che dà la benedizione allo sbarco alleato in Sicilia. In mezzo c’è quella specie di outlet del complottismo che è il movimento di Grillo e Casaleggio e un lungo corteo di trame eversive, da Gladio alla P2, ciascuna all’origine di una pubblicistica straripante e stratificata, nonché atrocemente monotona. E allora vien da chiedersi, se non altro per scrollarsi di dosso la noia: qual è – se c’è – il tratto originale del cospirazionismo autoctono? Quali i suoi attori, i suoi fondali? Una volta mi capitò di sostenere, in una battuta, che se il complottista americano è un giornalista investigativo senza rigore, il complottista italiano è un inquisitore senza potere, un Torquemada senza ruota del supplizio. Qui da noi la fantasia cospirazionista fa tutt’uno con il sospetto inquisitorio, con la dubitatio incerta del cacciatore di eretici e di streghe. Leggi il seguito di questo post »

Written by Guido

aprile 27, 2014 at 12:00 PM