Posts Tagged ‘Diego Fusaro’
Alla faccia! Galleria di ritratti filosofici
Ho sempre pensato che Emanuele Severino fosse irrappresentabile. Al limite, con qualche sforzo, riuscivo a figurarmelo come una pura astrazione geometrica, diciamo come un punto senza dimensioni. Ed è normale che sia così: a noi rimasti a valle, ciondolanti a testa china nei pascoli del divenire, chi ha scalato le vette del pensiero fino a piantare le tende sull’Essere non può che apparire come un puntino lontano. E non un punto qualunque, ma il sovrano assoluto di Pointlandia a cui Abbott, in Flatland, prestò questo magnifico soliloquio parmenideo: “Infinita beatitudine dell’esistenza! Esso è; e non c’è altro al di fuori di Esso. Quello che Esso pensa, Esso lo dice; e quello che Esso dice, Esso lo ode; ed Esso è Pensatore, Parlatore, Ascoltatore, Pensiero, Parola, Audizione; è l’Uno, e tuttavia il Tutto nel Tutto. Ah, la felicità, ah, la felicità di Essere!”. Leggi il seguito di questo post »
Hotel Gramsci
Suonano alla porta, accosto l’occhio allo spioncino. Non aspetto nessuno, quindi si tratta di individuare la tipologia di seccatore. Le varianti principali sono due: 1) Studente trasandato, ma non per vezzo come quelli del DAMS, piuttosto uno che pare sbucato dall’Università di Pietroburgo del 1870, con una barba che all’inesperto può far pensare a un hipster ma in realtà è quella di un narodnik russo che prepara un attentato allo zar: facile, è un venditore porta a porta del giornale “Lotta Comunista”; 2) Bellimbusto in camicia bianca e denti bianchi, generalmente abbronzato, il nodo della cravatta un po’ allentato e una cartellina sotto il braccio: facile anche questa, vuole rifilarmi un contratto di telefonia o al limite è un promotore finanziario. In entrambi i casi, sprangare la porta e simulare uno stretto accento di Manila per annunciare che il signore, poverino, è morto. Immaginate però di guardare un giorno dallo spioncino e trovarvi davanti un giovanotto in camicia bianca con un sorriso tutto denti e… una mazzetta di “Lotta Comunista” sotto il braccio. Straniante, vero? Se ci riuscite, avete l’essenziale per capire Diego Fusaro. Questo giovane filosofo ha stravolto le regole del mio “Indovina chi”. La prima volta che l’ho visto, in un talk show, mi sono sentito come Hegel a Jena quando vide Napoleone a cavallo: ecco, mi sono detto, oggi mi è apparso lo spirito del tempo berlusconiano-renziano! Poi però diceva cose come “lotta delle classi subalterne contro il capitale”, e di colpo mi ritrovavo nel 1917. Che pensare? Il conflitto tra l’apparenza e la sostanza di Fusaro, o diciamo pure tra la sua struttura e la sua sovrastruttura, è filosoficamente inebriante. Può un promotore finanziario vendere Marx porta a porta? Nel dubbio ho guardato dallo spioncino il suo nuovo libro, Antonio Gramsci (Feltrinelli), solo le prime righe: «Nel 2014 si è diffusa la notizia che, in piazza Carlo Emanuele, a Torino, sulle ceneri della casa in cui Antonio Gramsci abitò dal 1919 al 1921, fondando “L’Ordine nuovo” e gettando le basi del futuro Partito comunista, sarebbe dovuto sorgere un albergo di lusso. Dotato di ogni comfort, ostentatamente sfarzoso, dislocato su cinque piani, il nuovo albergo si sarebbe chiamato “Hotel Gramsci”». Lui ci vede un segno dei tempi, l’asservimento della sinistra al capitale, roba forte. Io però mi fido più della sovrastruttura, e se mai dovessi entrare all’Hotel Gramsci immagino che al banco della reception, con un sorriso smagliante, troverò Diego Fusaro. Leggi il seguito di questo post »
Freak Fetish Disorder (FFD)
La prossima edizione del DSM, il Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, dovrà includere una nuova patologia che propongo di battezzare Freak Fetish Disorder (FFD). È quella oscura compulsione che fa sì che dopo qualunque evento tragico, solenne o anche semplicemente serio – lo tsunami, le elezioni, la strage di Charlie Hebdo, le dimissioni di Ratzinger – ci si precipita su Twitter a fare il giro dei freak: Gasparri, Fusaro, Giulietto Chiesa, la Guzzanti, il professor Becchi. Ci si crogiola morbosamente tra giudizi abominevoli, accostamenti demenziali, congetture paranoidi, proprio come un tempo si andava per fiere a vedere la donna barbuta o l’uomo elefante. Poi, se proprio resta tempo, un’occhiata distratta al New York Times e a Le Monde. Il disturbo è grave, e non tanto perché sono in molti a soffrirne, quanto perché i freak si moltiplicano come cavallette, controllano una buona metà del Parlamento, hanno perfino un partito tutto loro che ha candidato al Quirinale il decano dei freak italiani, Ferdinando Imposimato. È una patologia esigente e feroce, il FFD, che impedisce ogni altra occupazione: solo a scorrere i sedicimiladuecento blog del Fatto quotidiano se ne va una settimana. Leggi il seguito di questo post »
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