Antimafia extraterrestre (Mani bucate, 11)
Sono qui che ripercorro la scala degli “incontri ravvicinati” dell’ufologo J. Allen Hynek per decidere su quale gradino collocare il misterioso fenomeno in cui sono stato coinvolto la mattina del 20 novembre 2015. Quel giorno, poco dopo le undici, mi sono trovato a bordo dello stesso Oggetto Volante Piuttosto Facile Da Identificare – il volo AZ 1797 diretto a Palermo Punta Raisi – in compagnia di due creature extraterrestri di più ardua classificazione, che viaggiavano però separatamente. Il primo era Bruno Vespa, che nello schema delle razze aliene proposto dall’ufologo Brad Steiger credo si possa far ricadere nel tipo Delta, sottospecie insectoids; il secondo era Giorgio Bongiovanni, il veggente di fiducia della Procura di Palermo, direttore della rivista AntimafiaDuemila, con le mani fasciate per via delle stimmate. Il tutto è durato poco più di un’ora, ero stordito e spaventato a morte, scrutavo dal finestrino per controllare se per caso vi fossero strani cerchi nel grano, mi ripetevo come un mantra che la superstizione porta sfortuna e che non dovevo attribuire a quella concomitanza nessun significato particolare; ma col senno di poi mi sento di dire che la categoria più adatta a descrivere ciò che ho vissuto è il cosiddetto CE4, incontro ravvicinato del quarto tipo – un gradino aggiunto alla scala di Hynek dall’intricata casuistica dei suoi prosecutori – ossia il rapimento di un essere umano da parte di un Ufo o dei suoi occupanti. Il termine tecnico è alien abduction. Vi assicuro che non è bello.
Conosco un solo modo per superare i traumi, ed è sperperare soldi in libri. Così mi sono precipitato a comprare Giorgio Bongiovanni stigmatizzato. L’avventura di una vita, la biografia autorizzata scritta da Paola Giovetti per le Edizioni Mediterranee. Dopo tutto, non posso nascondere l’ammirazione per uno che ha le mani più bucate di me. Gliele ha perforate la Madonna in persona, il 2 settembre 1989 a Fatima, con due raggi provenienti dal petto, chiedendo a Giorgio (che in una vita precedente era stato il pastorello Francisco, uno dei primi spettatori delle apparizioni del tour portoghese della Vergine) di rivelare il suo terzo segreto, e parlandogli delle civiltà extraterrestri già illuminate dalla visita del Cristo. Due anni dopo, nel 1991, nella sua casa di Porto Sant’Elpidio, Gesù gli buca anche i piedi (si sa che i figli sono spesso più dispettosi delle madri), e Bongiovanni deve arrangiarsi a camminare facendo leva sull’esterno delle piante. Poi, in Uruguay, una ferita a forma di calice sul costato, e per finire una croce sanguinante sulla fronte.
Mentre l’Aldilà lo crivella come un mistico gruviera, Bongiovanni si spende per migliorare l’Aldiquà, con una fitta opera diplomatica e politica che lo porta a conferire con i reali di Spagna, con Gorbaciov e con altre eminenze terrestri. Nel 1999, mentre raccoglie soldi per i bambini africani, incontra Maria Falcone, la sorella di Giovanni. Si immerge nell’ascolto delle registrazioni dei processi di mafia su RadioRadicale e capisce qual è la sua missione, oltre ad annunciare il Secondo Avvento e trasmettere i messaggi degli Esseri di luce: fondare AntimafiaDuemila, che il dottore Ingroia definirà “organo ufficioso” della Procura di Palermo. “Non sono né giudice né poliziotto”, annuncia Bongiovanni, “ma sono diventato giornalista e così combatto i mafiosi, combatto l’anticristo, le forze che vogliono distruggere la nostra anima e la nostra terra. Spiego alla gente che non devono seguire quel modello e che Falcone, Borsellino, don Puglisi sono veri e propri martiri dell’anticristo che ci tenta spiritualmente”. Martiri dell’anticristo. L’antimafia secolare preferisce parlare di martiri dell’antistato, ma pizzica la stessa corda teologica e devozionale.
E così cominciamo a perder quota e a preparare il nostro atterraggio. Perché è piuttosto sconcertante constatare le sottili risonanze tra le inchieste dei procuratori terrestri e le visite degli extraterrestri al contattato siciliano, tra la promessa del redde rationem giudiziario che smaschererà l’antistato annidato nello stato e le profezie dell’Essere di luce Setun Shenar e di suo fratello Ithacar (il “reggente” di Marte) che annunciano a Bongiovanni il giorno imminente in cui “tutti saranno posti sotto giudizio divino”. Finita la lettura, non sapremmo più tracciare con esattezza il confine tra il processo palermitano e una puntata di X-Files. Oltretutto, il libro di Paola Giovetti si ferma al 2009; ancora poco e il contattato Ciancimino jr. rivelerà il messaggio extraterrestre noto come papello, dono della razza aliena Xerox, e consentirà alla Procura di Palermo di aggiungere un gradino alla scala di Hynek, incontri ravvicinati con “menti raffinatissime”. Nome tecnico: trattativa.
Il Foglio, 13 agosto 2016
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