Guido Vitiello

PPP – Programma Protezione Pentiti (Mani bucate, 23)

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Michele Santoro ha ancora centosettantadue giorni, a partire da oggi. Dopo la sua lettera aperta di venerdì scorso sulla pagina Facebook di Servizio pubblico – così inaspettatamente saggia che potrei sottoscriverne quasi ogni parola – ho pensato che sarei ben felice di ammetterlo nel mio personale programma di protezione per i pentiti. Non ho granché da offrire – un divano letto, pizza a domicilio, uno scrittoio, una stufetta – ma prometto di piantarmi sulla soglia di casa con una mazza da baseball per difenderlo dalle scorrerie e dalle ritorsioni della teppaglia grillina, che già lo accusa di essersi venduto a Renzi e alla Rai, proprio come Benigni (mentre scrivo queste righe, una nuova lettera di Santoro invita Grillo a tenere a bada i suoi “manipoli virtuali”: tranquillo Michele, ci penso io). L’unica condizione è che, come i pentiti, entro centottanta giorni (otto sono già passati) vuoti il sacco sulle sue responsabilità – e sia subito chiaro che non accetterò rivelazioni centellinate. Dall’apocalisse non posso salvarlo, quello no, anche perché è lui ad aver rinfocolato le mie angosce per il finimondo che minaccia di scatenarsi dopo il 4 dicembre. Ricapitolando: Beppe Grillo, sempre più visibilmente ubriaco, sprofondato ormai nella sua abissale fessaggine e nella sua miseria politica, esulta per il grande V-day di Trump come apocalisse dell’establishment. Santoro commenta: “Finalmente qualcuno ammette autorevolmente che l’apocalisse non è un’invenzione di Renzi e si può concretamente verificare. Non solo, ma è proprio quello l’obiettivo per cui si batte: il crollo della democrazia per come l’abbiamo conosciuta in Occidente”.

A farla breve, mi sono preso paura perché Santoro si è preso paura, e non è uno spaventato qualunque. Lui che ha impiegato trent’anni di carriera televisiva per contribuire a creare questo scenario da anni Trenta, ora che si presenta l’occasione di vederlo realizzato si tira indietro. Così mi son detto: se si spaventa lui, vuol dire che stavolta si fa sul serio, non è più il tempo in cui si poteva gigioneggiare canticchiando “Bella ciao” sapendo che rischi veri non ce n’erano. Pannella aveva svelato e denunciato il suo gioco fin dai tempi di Samarcanda. Molti anni dopo Giuseppe D’Avanzo – era il 2007 – gli aveva dato del barbaro, e commentando una puntata di Annozero aveva scritto che si trattava di “un passo verso il suicidio collettivo” utile solo ai “moltissimi che sono in cerca di una leadership capace di decidere in fretta e imperiosamente, magari dopo un ‘vaffanculo’”. Quella specie di versione animata del “Quarto stato” di Pellizza da Volpedo che faceva da scenografia alla sua trasmissione era, per chiunque avesse occhi per vedere, una processione di lemming guidati lentamente verso il precipizio. Molti altri passi sono stati compiuti da allora verso il suicidio collettivo. E adesso, dopo un quarto di secolo di piazze e di piazzate, di megafoni generosamente offerti a tutti i mestatori e gli sfascisti fin dai tempi della Rete, dopo aver fatto l’impossibile per spianare la strada agli apritori di scatolette di tonno, quando il precipizio è lì spalancato e il Palazzo è finalmente assediato dagli antiparlamentaristi di ogni colore, Santoro si chiede “se Salvini e Grillo condividano i principi fondamentali della Carta”. Certo che no, sciocco. Ma io gli offro lo stesso la mia protezione e il mio divano letto, purché racconti tutto quel che ha da raccontare sui suoi anni spesi a giocare con il fuoco. In verità l’avevo predisposto anni fa per Violante, l’ex “piccolo Vishinskij” arruolato nella legione garantista e da allora insolentito dalla stessa teppa e dagli stessi “manipoli virtuali”; purché, beninteso, lui pure vuotasse il sacco sugli anni di Mani pulite. Ma a pensarci bene, non c’è problema: è un divano letto a due piazze.

Il Foglio, 19 novembre 2016

Written by Guido

novembre 20, 2016 a 1:48 PM

Una Risposta

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  1. “ Giovedì 20 gennaio 2011 – Credo che non si è ancora riflettuto abbastanza sul fatto che Mani Pulite è cominciata con l’arresto di un tizio che si chiamava Mario Chiesa. “.

    acabarra59

    novembre 20, 2016 at 4:51 PM


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