Guido Vitiello

La più bella del mondo. Sui feticisti della Costituzione

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PsychoFloresIl rapporto di Libertà e Giustizia, MicroMega e affini con la Costituzione ricorda da vicino quello di Norman Bates con l’anziana madre in Psyco: un feticcio incartapecorito che li scruta dai piani alti dell’antica dimora, e a cui si volgono con un misto di devozione filiale e sottomissione masochistica. Davanti alla vecchia impagliata con le orbite vuote non sanno che dire, ammirati: “Sei la più bella del mondo, mamma”. La più bella e la più giovane, e guai a insinuare che forse la signora Bates mostra qualche segno di decomposizione: “La Costituzione in questi anni è stata ben viva”, si legge nell’appello della manifestazione “La via maestra”, convocata per oggi a Roma. E questa mamma incombe come un Super-Io ammonitore “di fronte alle miserie, alle ambizioni personali e alle rivalità di gruppi spacciate per affari di Stato”. Freudianamente, il quadro è chiaro.

La più fedele replica di Anthony Perkins, perfino nei tic e nella mimica nevrotica, è senz’altro il professor Zagrebelsky. Nel testo di convocazione di un’altra manifestazione a difesa della Carta, che darebbe filo da torcere al miglior analista, se la prendeva con la mentalità degli aspiranti riformatori: “Invece di cambiare se stessi, mettere sotto accusa la Costituzione. La colpa è sua! Non sarà invece che la colpa è vostra?”. Idea molto laica del diritto: sono gli uomini che devono piegarsi alla Scrittura, non il contrario, e se non ci riescono facciano almeno penitenza.

A benedire la manifestazione di oggi ci sono molte tipologie di feticisti della Carta, da don Ciotti (variante mistica), che tiene il Vangelo in una mano e la Costituzione nell’altra, e che presto troverà corrispondenze allegoriche tra i dodici articoli fondamentali e i dodici apostoli, a Barbara Spinelli (variante psicotica), convinta che la Costituzione “sarà compiuta quando i suoi princìpi s’estenderanno all’Europa”, o anche oltre, perché no, sognando una Via Lattea democratica fondata sul lavoro.

Come le migliori nevrosi, il feticismo costituzionale rischia di propagarsi ai figli, a giudicare da un capolavoro di comicità involontaria appena pubblicato da Salani, La Repubblica siamo noi, a cura di Gherardo Colombo e Roberta De Monticelli. Il volume raccoglie i più bei temi scritti dai ragazzi delle superiori a coronamento di un’iniziativa pedagogica di Libertà e Giustizia e dell’Anm. E in effetti i testi – scelti da una giuria dove spicca la divina Concita – sarebbero eccellenti, per una scuola coranica: “La Costituzione è uno dei più grandi capolavori mai realizzati nella storia”; “è una fonte di valori e virtù che ci conduce sulla via per un grande futuro: dobbiamo solo seguirla”; è “portatrice di valori assoluti e universali”; “è già dentro ciascuno di noi”, più intima del nostro intimo, come il Dio di Agostino. C’è anche il piccolo Franti della madrassa, l’infame che aveva riso all’idea dei corsi di Costituzione e che per castigo è stato iscritto d’ufficio dalla maestra: ora, convertito, ringrazia commosso i signori costituenti e i magistrati.

Ci sarebbe da ridere, se non fosse un thriller psicologico. Oltretutto, la concomitanza tra la manifestazione romana e il messaggio alle Camere di Napolitano illumina un’altra e decisiva analogia con Norman Bates, il figlio devoto che con la parrucca della cara mamma uccideva chiunque ne insidiasse il feticcio. Brandire la Legalità come un coltellaccio? Leggete l’ultimo appello di MicroMega firmato da Camilleri, Flores, De Monticelli e Spinelli, il punto più basso e autoparodistico del ventennio antiberlusconiano, sintomo di una idée fixe per la quale altro che Freud, non basterebbe l’elettroshock: l’indulto+amnistia, scrivono i nostri, “avrebbe come unici effetti più rilevanti quelli di fornire un salvacondotto tombale a Berlusconi”. E se proprio lo si deve votare, “chiediamo che siano esclusi tutti i reati per cui è condannato, imputato o indagato Silvio Berlusconi”.

Ci sarebbe da piangere, stavolta, ma di nuovo a prevalere è la paura. La paura di far la doccia sovrappensiero e veder sbucare un Flores in parrucca che ti pugnala a colpi di Costituzione.

Articolo uscito sul Foglio il 12 ottobre 2013 con il titolo Carta & Psyco

2 Risposte

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  1. Ben detto! Finalmente uno che gliele canta chiare!Basta ventenni antiberlusconiani! Basta manettari dappertutto, non solo nelle Coop Rosse, ma anche al Carrefour e all’Auchan! Viva il Lodo Alfano, viva il primo super pares che non si può processare grazie alla cultura occidentale che ha sconfitto il comunismo, e abbasso la Costituzione, tranne che dove dice che non può essere retroattiva e quindi è legittimo il laticlavio del mandato popolare dentro le urne del volere popolare solo dopo che è stato commesso il reato, come dice Brunetta e hanno ragione perchè la gente lo pensano nei sondaggi!! E infatti lo scrivono anche su Libero, Il Giornale e il Foglio, che sono gli unici giornali che non sono in mano ai comunisti di De Benedetti! E di Travaglio anche, naturalmente!!

    PS: il tuo pezzo NON era divertente, NON faceva ridere. L’accostamento a Norman Bates è più involontariamente auto-parodistico dei temi dei ragazzi del Liceo, che non si credono degli intellettuali, ma scrivono sulla Costituzione per prendere la sufficienza. E nemmeno originale: a dire che i magistarti sono naturalmente psicopatici ci aveva già pensato Lui. Così come, peraltro, a quasi tutto quello che dici.

    Frank

    ottobre 14, 2013 at 10:54 am

    • Non sono d’accordo con quello che dici e vorrei che Il Foglio non prendesse più finanziamenti pubblici.

      Karl Raimund

      ottobre 15, 2013 at 9:32 PM


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