Posts Tagged ‘Roberta De Monticelli’
Alla faccia! Galleria di ritratti filosofici
Ho sempre pensato che Emanuele Severino fosse irrappresentabile. Al limite, con qualche sforzo, riuscivo a figurarmelo come una pura astrazione geometrica, diciamo come un punto senza dimensioni. Ed è normale che sia così: a noi rimasti a valle, ciondolanti a testa china nei pascoli del divenire, chi ha scalato le vette del pensiero fino a piantare le tende sull’Essere non può che apparire come un puntino lontano. E non un punto qualunque, ma il sovrano assoluto di Pointlandia a cui Abbott, in Flatland, prestò questo magnifico soliloquio parmenideo: “Infinita beatitudine dell’esistenza! Esso è; e non c’è altro al di fuori di Esso. Quello che Esso pensa, Esso lo dice; e quello che Esso dice, Esso lo ode; ed Esso è Pensatore, Parlatore, Ascoltatore, Pensiero, Parola, Audizione; è l’Uno, e tuttavia il Tutto nel Tutto. Ah, la felicità, ah, la felicità di Essere!”. Leggi il seguito di questo post »
Turpitudini: Roberta De Monticelli e il pool “anime pulite”
La custodia della propria anima – hanno ragione i Vangeli – è impresa più snervante delle pulizie di casa: tu fai una fatica ingrata per cacciar via a colpi di ramazza uno spirito immondo, ti distrai un attimo e quello si ripresenta mezz’ora dopo con sette altri demoni a imbrattarti i muri e gettare cicche per terra. Ma quanto si deve alloggiare bene, nell’anima linda di una filosofa morale studiosa di Agostino e di Platone! Parquet rilucenti dove si cammina con le pattine, niente televisori o altre diavolerie moderne, terrazzino con vista sul Mondo delle Idee, mensole dove stanno poggiate come anfore antiche le più sublimi maiuscole – la Virtù, la Giustizia, il Bene, il Bello – da spolverare di tanto in tanto con un piumino. Certo, c’è il problema degli inquilini del piano di sotto, che fanno un baccano infernale. Ma alla filosofa non è consentito tapparsi le orecchie: suo dovere è scendere in soccorso di quella gente grossa e triviale, perché – per dirla in parole semplici – “la fenomenologia ci chiede la massima fedeltà non solo al dato, ma alla sua essenza intuitiva, al suo eidos: e per coglierne la peculiare qualità assiologica negativa, il peculiare disvalore – non c’è verso – bisogna soffrire fino in fondo”. Ha sofferto tanto, Roberta De Monticelli, per scrivere, dopo La questione morale, La questione civile (Raffaello Cortina), per compilare la sua Antologia della Turpitudine (sic) e avviarci agli “esercizi spirituali del disgusto”.
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