Guido Vitiello

Posts Tagged ‘Roberta De Monticelli

Alla faccia! Galleria di ritratti filosofici

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VATTIMO-GIANNI-481x600Ho sempre pensato che Emanuele Severino fosse irrappresentabile. Al limite, con qualche sforzo, riuscivo a figurarmelo come una pura astrazione geometrica, diciamo come un punto senza dimensioni. Ed è normale che sia così: a noi rimasti a valle, ciondolanti a testa china nei pascoli del divenire, chi ha scalato le vette del pensiero fino a piantare le tende sull’Essere non può che apparire come un puntino lontano. E non un punto qualunque, ma il sovrano assoluto di Pointlandia a cui Abbott, in Flatland, prestò questo magnifico soliloquio parmenideo: “Infinita beatitudine dell’esistenza! Esso è; e non c’è altro al di fuori di Esso. Quello che Esso pensa, Esso lo dice; e quello che Esso dice, Esso lo ode; ed Esso è Pensatore, Parlatore, Ascoltatore, Pensiero, Parola, Audizione; è l’Uno, e tuttavia il Tutto nel Tutto. Ah, la felicità, ah, la felicità di Essere!”. Leggi il seguito di questo post »

Liberté, Égalité, Rodoté

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fantofilLiberté, Égalité, Rodoté. Tira aria di Rivoluzione francese, e la colpa è anche nostra: a furia di sentirsi chiamare giacobini, quelli del Fatto e di Libertà e Giustizia ci hanno presi in parola e si sono calati nel ruolo fino a vertici di sublime autoparodia. Il 27 settembre – sestidì della prima decade di Vendemmiaio – il cittadino Padellaro, in risposta a un lettore che si firma “Oui Danton”, propone di creare un Comitato di salute pubblica presieduto dal cittadino Rodotà. Girondini e girotondini, sanculotti e fanculotti sono chiamati a raccolta. Applaudono a piè di patibolo la cittadina Bonsanti, sferruzzando, e il cittadino Barbacetto, in quota enragés. Annunziata e Landini manifestano qualche timido imbarazzo per l’eco robespierrista della formula, ed è per non spaventare i girondini (i conti con loro si regoleranno a tempo debito) che Padellaro il 2 ottobre rinnova l’appello concedendo che si potrà scegliere un altro nome. Purché sia chiaro lo spirito del Comitato, ben riassunto dal cittadino Gamelin ne Gli dèi hanno sete, il romanzo di Anatole France sul Terrore: “Non basta un tribunale rivoluzionario. Ce ne vuole uno in ogni città… che dico? In ogni comune, in ogni mandamento. Bisogna che tutti i padri di famiglia, tutti i cittadini si erigano a giudici”. I signori in mantello nero e cappello a piuma delle Procure siano affiancati da citoyens con le maniche rivoltate e la picca tra le mani. Leggi il seguito di questo post »

Attenti a quei P2. Contro gli azionisti di provincia

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AttentiP2Quando sento la parola P2 metto mano alla P38, e capirete bene che in giorni come questi i miei pruriti di giustiziere sfiorano la pericolosa soglia Taxi Driver. Ma è prudente tenersi i colpi in canna e spostare l’appuntamento con il barbiere per il taglio alla moicana, perché a quanto pare attorno al Piano di rinascita democratica di Matteo Renzi si prepara la battaglia finale, l’Armageddon tra lo Stato e l’Antistato, o più esattamente, come ha scritto Sandra Bonsanti in una pagina allucinata sul sito di Libertà e Giustizia, tra Berlingueriani e Piduisti. Ora, l’argomento dell’ispirazione piduista delle riforme – all’incirca di tutte le riforme – è usato così spesso che ci siamo abituati a considerarlo una cosa normale, accettabile in società, una cosa di cui persone sane di mente possano seriamente discutere. Ma sappiamo bene che non è così, è un’illusione ottica indotta dal fatto che a spararle grosse non è solo la nursery dei grillini o dei travaglini, ma anche gente alfabetizzata come Franco Cordero, Barbara Spinelli, giù fino a Roberta De Monticelli. Nei termini teologico-esoterici che gli sono più congeniali, Zagrebelsky parla di un “piduismo perenne”, e Lerner (che a questo giro si è sganciato dalla compagnia) di una “eterna P2 abbarbicata al potere italiano”: entrambi omaggiavano nell’occasione un libro della Bonsanti, Il gioco grande del potere, che a detta di Carlo De Benedetti dovrebbe essere adottato nelle scuole, così anche i piccini saprebbero che la P2 regna tuttora. Ma una puttanata ripetuta cento volte, foss’anche da personaggi emeriti, diventa tutt’al più un’emerita puttanata, e volerla ammannire addirittura agli scolaretti non fa onore a gente che vive con l’assillo della pedagogia nazionale e della riscossa civile degli italiani. Leggi il seguito di questo post »

La più bella del mondo. Sui feticisti della Costituzione

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PsychoFloresIl rapporto di Libertà e Giustizia, MicroMega e affini con la Costituzione ricorda da vicino quello di Norman Bates con l’anziana madre in Psyco: un feticcio incartapecorito che li scruta dai piani alti dell’antica dimora, e a cui si volgono con un misto di devozione filiale e sottomissione masochistica. Davanti alla vecchia impagliata con le orbite vuote non sanno che dire, ammirati: “Sei la più bella del mondo, mamma”. La più bella e la più giovane, e guai a insinuare che forse la signora Bates mostra qualche segno di decomposizione: “La Costituzione in questi anni è stata ben viva”, si legge nell’appello della manifestazione “La via maestra”, convocata per oggi a Roma. E questa mamma incombe come un Super-Io ammonitore “di fronte alle miserie, alle ambizioni personali e alle rivalità di gruppi spacciate per affari di Stato”. Freudianamente, il quadro è chiaro. Leggi il seguito di questo post »

Turpitudini: Roberta De Monticelli e il pool “anime pulite”

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La custodia della propria anima – hanno ragione i Vangeli – è impresa più snervante delle pulizie di casa: tu fai una fatica ingrata per cacciar via a colpi di ramazza uno spirito immondo, ti distrai un attimo e quello si ripresenta mezz’ora dopo con sette altri demoni a imbrattarti i muri e gettare cicche per terra. Ma quanto si deve alloggiare bene, nell’anima linda di una filosofa morale studiosa di Agostino e di Platone! Parquet rilucenti dove si cammina con le pattine, niente televisori o altre diavolerie moderne, terrazzino con vista sul Mondo delle Idee, mensole dove stanno poggiate come anfore antiche le più sublimi maiuscole – la Virtù, la Giustizia, il Bene, il Bello – da spolverare di tanto in tanto con un piumino. Certo, c’è il problema degli inquilini del piano di sotto, che fanno un baccano infernale. Ma alla filosofa non è consentito tapparsi le orecchie: suo dovere è scendere in soccorso di quella gente grossa e triviale, perché – per dirla in parole semplici – “la fenomenologia ci chiede la massima fedeltà non solo al dato, ma alla sua essenza intuitiva, al suo eidos: e per coglierne la peculiare qualità assiologica negativa, il peculiare disvalore – non c’è verso – bisogna soffrire fino in fondo”. Ha sofferto tanto, Roberta De Monticelli, per scrivere, dopo La questione morale, La questione civile (Raffaello Cortina), per compilare la sua Antologia della Turpitudine (sic) e avviarci agli “esercizi spirituali del disgusto”.

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Written by Guido

dicembre 10, 2011 at 2:08 am