Guido Vitiello

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L’enciclica di Papa Gustavo

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ST. THOMAS AQUINAS  (1225-1274). Painting attributed to Botticelli, 1481-82.Ho letto la nuova enciclica di Gustavo Zagrebelsky, Fondata sulla cultura, e ne sono uscito riconfortato. Il professore mi aveva fatto stare in pensiero, ultimamente. Mi ero imbattuto nella sua postfazione a un libro di Sandra Bonsanti, un’intemerata contro il culto del denaro così fiammeggiante che pareva un libello di Lutero, e temevo che dopo averla conclusa Zagrebelsky avesse scagliato pure lui un calamaio contro Satana. Ma alcuni segnali erano perfino più inquietanti. Il nesso potere-denaro era paragonato all’uroboro, “il mitico serpente che si nutre di se stesso, con la bocca incollata alla coda o all’ano”, ma già che non si capisce bene se è la bocca del denaro ad attaccarsi all’ano del potere o viceversa, “non sapresti dire, in questo caso, qual è l’orifizio che dà e quale quello che riceve”. Ecco, mi sono detto, il professore è a un bivio: una via porta a Julius Evola, l’altra al pitone di Ilona Staller. Meno male che Fondata sulla cultura ha rimesso le cose a posto, e Zagrebelsky è tornato alla sua prosa consueta, che è quella di un neotomista di provincia in abiti laicali. Non per nulla l’enciclica è data in Torino, Einaudi, il 28 gennaio: San Tommaso d’Aquino. Leggi il seguito di questo post »

Written by Guido

febbraio 2, 2014 at 3:26 PM

Il teorico del sessantanove. Il Kamasutra di Marshall McLuhan

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Ci sono quelli che hanno fatto il Sessantotto e quelli che hanno fatto il Sessantanove, diceva Alberto Arbasino, ed è una distinzione che mette in chiaro molte cose. Serge Gainsbourg apparteneva alla seconda categoria. Le barricate del maggio parigino preferì seguirle in televisione da una stanza dell’Hotel Ritz perché, confessò, lì almeno c’era l’aria condizionata. Ma non disertò l’avvento dell’anno successivo, il 1969 appunto, e anzi volle salutarlo cantando a duetto con la sua nuova fiamma Jane Birkin la benaugurante 69 année érotique. Il 45 giri uscì a febbraio. A marzo dell’“anno erotico”, appena un mese più tardi, sul paginone centrale di Playboy si poteva ammirare una ventiduenne del New Jersey di nome Kathy MacDonald, una bionda tutta lentiggini e frangetta morbidamente adagiata su un lenzuolo giallino disseminato di fumetti di Dick Tracy e di Charlie Brown. A Gainsbourg sarebbe piaciuta, non c’è dubbio, e con lui a tutta l’allegra brigata del Sessantanove. Ma per gli adepti del Sessantotto quella dea dell’abbondanza sorridente e rotondetta con la sua cornucopia di comics e rotocalchi era l’incarnazione di tutto quel che dicevano di combattere, una Circe insidiosa e maliarda sulle rotte dell’Ulisse rivoluzionario. Leggi il seguito di questo post »