Posts Tagged ‘James Joyce’
Ho venduto la mia anima per tre euro, più due di spedizione (Mani bucate, 20)
Chi ha le mani bucate dovrebbe guardarsi dai lucignoli; figuriamoci dai luciferi. Il folklore e la letteratura fantastica traboccano di storie dove un imprudente che si crede furbo, fatta una piccola concessione a Satana, si ritrova in sua balìa per l’eternità. Avrei dovuto saperlo, ma ci sono caduto lo stesso. Il mio buon diavolo si chiama Fabio Pedone. Una sera, incuriosito dal nome di questa rubrica, mi ha chiesto: conosci il decalogo “Sull’acquisto dei libri” di Giuseppe Pontiggia? Lo trovi nel volumetto Le sabbie immobili. Due minuti dopo lo avevo comprato su eBay – tre euro, più due di spedizione – ed è stata quella, la mia fatale imprudenza. Avrei dovuto saperlo, perché Pedone – insieme a quell’altro buon diavolo di Enrico Terrinoni – sta traducendo il più infernale paese dei balocchi letterario, il Finnegans Wake di James Joyce, dal punto in cui si era fermato Luigi Schenoni (a gennaio Mondadori pubblicherà una parte della loro nuova traduzione); per giunta, i due si erano già presi l’anima di Edoardo Camurri, li avevo visti banchettare in qualche pub infernale come Berlicche e Malacoda. Avrei dovuto saperlo. Leggi il seguito di questo post »
“Mistica senza Dio” di Fritz Mauthner
Jorge Luis Borges lo riteneva uno dei grandi prosatori di lingua tedesca e uno dei cinque autori che più lo avevano influenzato, tanto che scrisse interi racconti ispirati alla sua filosofia. Hofmannsthal lo leggeva avidamente, e ne trasse ispirazione per la Lettera di Lord Chandos. James Joyce incaricò Samuel Beckett di setacciare i suoi scritti a caccia di idee, all’epoca in cui lavorava al Finnegans Wake. Ludwig Wittgenstein gli fu debitore per alcune profonde intuizioni. Eppure, quasi nessuno si ricorda oggi di Fritz Mauthner, scrittore, giornalista e filosofo del linguaggio di origine boema che dedicò tutta la vita a una titanica impresa di demolizione. Due gli edifici da abbattere, o forse le due facce di un solo edificio: il Linguaggio e Dio. Gli dèi non sono che nomi, diceva, e le parole sono le nostre tiranniche divinità. Solo liberandosi degli uni e delle altre si può accedere alla mistica pura, la mistica senza Dio, senza favole e senza teologie, senza templi e senza chierici.
Fritz Mauthner (1849-1923) è autore di romanzi, saggi, scritti satirici, parodie, e soprattutto di due opere monumentali: i Contributi a una critica del linguaggio (1901-1902) e la Storia dell’ateismo in Occidente (1920-1923).
Traduzione e cura di Guido Vitiello
Irradiazioni, 213 pagine, 12 euro
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