Guido Vitiello

Posts Tagged ‘Roland Barthes

La vispa Michela, ovvero: la trasfigurazione del banale

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vispa_teresa_1918L’una ha scritto Volevo essere una farfalla, l’altra voleva acciuffare gentil farfalletta; per il resto, non si notano differenze apprezzabili tra Michela Marzano e la Vispa Teresa. E chi si accanirebbe contro la Vispa Teresa? Non stilleremo una sola goccia di sarcasmo sull’ultimo libro della filosofa e deputata, L’amore è tutto: è tutto ciò che so dell’amore, che Utet pubblica in questi giorni. Ma un innocente gioco di contrappunto questo sì, sarà istruttivo per illuminare un meccanismo che va ben al di là del libro e della sua autrice.

Dalla recensione di Leonetta Bentivoglio su Repubblica del 29 agosto: “Un percorso irregolare e quasi spavaldamente eccentrico, che attinge a innumerevoli scenari intellettuali ed espressivi: le citazioni riguardano Stendhal, la Dickinson, Lacan, Zagdanski, Bauman”. Da L’amore è tutto di Michela Marzano: “L’amore, in fondo, è quel segreto che ci portiamo dentro. Due linee parallele che non si incontrano mai. Oppure sì, ma solo all’infinito. Come la vita di ogni coppia. Anche quando le dita della mano riescono a incrociarsi per qualche istante”. Bentivoglio: “Il viaggio nell’amore intrapreso da Marzano scansa l’‘oggettivazione’ del discorso amoroso. Non c’è un ritratto strutturale del significato dell’amore, nelle varianti di significato che ci invadono”. Marzano: “Istanti di gioia che vorremmo incastonare, prima di vederli scivolare via. E poi annotare sul diario che sarebbe assurdo pretendere che la gioia duri più di un attimo, perché nella vita tutto finisce”. Bentivoglio: “Pronta ad attraversare con piglio sprezzante l’esteso territorio del ‘luogo comune’ in cui tradizionalmente abita l’amore”. Marzano: “Mi pensi, mi parli, mi ascolti, mi telefoni, mi scrivi, mi consoli, mi fai un regalo, vero? Vieni a prendermi alla fermata della metro, parti con me, mi accompagni all’aeroporto, mi saluti con un bacio, mi stringi forte forte, mi dici che mi ami, mi dici che mi ami, mi dici che mi ami, ma mi ami? e quanto? me lo dici, vero?”. Bentivoglio: “Qui non siamo dalle parti di Roland Barthes, con i suoi celebri Frammenti”. Leggi il seguito di questo post »

Written by Guido

settembre 1, 2013 at 2:42 PM

Il teorico del sessantanove. Il Kamasutra di Marshall McLuhan

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Ci sono quelli che hanno fatto il Sessantotto e quelli che hanno fatto il Sessantanove, diceva Alberto Arbasino, ed è una distinzione che mette in chiaro molte cose. Serge Gainsbourg apparteneva alla seconda categoria. Le barricate del maggio parigino preferì seguirle in televisione da una stanza dell’Hotel Ritz perché, confessò, lì almeno c’era l’aria condizionata. Ma non disertò l’avvento dell’anno successivo, il 1969 appunto, e anzi volle salutarlo cantando a duetto con la sua nuova fiamma Jane Birkin la benaugurante 69 année érotique. Il 45 giri uscì a febbraio. A marzo dell’“anno erotico”, appena un mese più tardi, sul paginone centrale di Playboy si poteva ammirare una ventiduenne del New Jersey di nome Kathy MacDonald, una bionda tutta lentiggini e frangetta morbidamente adagiata su un lenzuolo giallino disseminato di fumetti di Dick Tracy e di Charlie Brown. A Gainsbourg sarebbe piaciuta, non c’è dubbio, e con lui a tutta l’allegra brigata del Sessantanove. Ma per gli adepti del Sessantotto quella dea dell’abbondanza sorridente e rotondetta con la sua cornucopia di comics e rotocalchi era l’incarnazione di tutto quel che dicevano di combattere, una Circe insidiosa e maliarda sulle rotte dell’Ulisse rivoluzionario. Leggi il seguito di questo post »