Archive for the ‘69 page érotique’ Category
Uffici stampa, vi amo
Io sono innamorato di tutti gli uffici stampa che promuovono i libri per le case editrici, e questa è la mia dichiarazione d’amore. Non è un lavoro facile, il loro, e qualche maligno potrebbe perfino insinuare che non si discosta troppo da quello del vecchio venditore di enciclopedie, che ti si piantava in casa a metà mattinata e affabilmente ti persuadeva a comprare i primi sette volumi da A-Au a Im-Lul, con l’augurio che vivessi abbastanza a lungo da poter un giorno consultare (tu, o i figli dei tuoi figli, indebitandosi) la voce “Zweig, Stefan”. Ma è un paragone ingeneroso: a me gli uffici stampa ricordano piuttosto quei corteggiatori pieni d’inventiva che, pur di attaccare bottone, devono in tutta fretta escogitare un pretesto che non sembri smaccatamente un pretesto, qualcosa di meno scoperto di “Scusa, sai l’ora?” o di “Hai per caso da accendere?”. E proprio per questo ne sono innamorato: perché mi danno l’occasione, risarcitoria e lusinghiera, di stare una volta tanto sull’altro versante della grande muraglia adolescenziale, nel ruolo della gattamorta un po’ restia che sa benissimo dove i compagni di scuola vogliono arrivare con tutte quelle moine, ma si gode lo spettacolo. Gli espedienti sono inesauribili, innumerevoli i trucchi e le lusinghe. Si tratta di compilarne un primo inventario sentimentale, ed è per questo che a ciascuno dei corteggiatori e delle corteggiatrici editoriali dedico il titolo di un film più o meno classico. Continua a leggere su Internazionale.
Non fidarsi è meglio. La pagina 69 di Michela Marzano
Come sempre, su Internazionale.
Delenda Jolanda
La pagina 69 di Madama Sbatterflay di Luciana Littizzetto. Come sempre, su Internazionale.
La Legge siamo noi. Una nuova Pagina 69
Stavolta la Corte marziale di Pagina 69 giustizia Respiro Corto di Massimo Carlotto.
Su Internazionale, come sempre.
Pagina 69: tocca a Ilaria Bernardini
La pagina 69 di Domenica, il nuovo romanzo di Ilaria Bernardini (Feltrinelli) e un’apparizione che potrebbe perseguitarvi negli incubi per i prossimi cinquant’anni (tenetene conto, prima di leggerla). Ovviamente su Internazionale.
Pagina 69, il plotone riprende a funzionare
La vedete, questa? È la pagina 69 del nuovo romanzo di Walter Veltroni, L’isola e le rose (Rizzoli). Come da tradizione (un po’ accantonata, e rediviva dopo mesi di letargo), l’ho sottoposta alla corte marziale letteraria di Pagina 69. Se vi interessano i dettagli del processo sommario, i capi d’imputazione e le modalità di esecuzione, troverete tutto sul sito di Internazionale, seguendo questo link.
Susanna Tamaro a Norimberga. Una telegrafica pagina 69
Curando una rubrica di critica militare, o meglio marziale, devo cercare i miei precedenti e le mie fonti d’ispirazione non già nelle riviste letterarie ma nella cronaca delle pubbliche esecuzioni.
Prendiamo il caso di Hermann Göring. Condannato a morte per impiccagione, il maresciallo del Reich chiese di essere fucilato, ma il tribunale di Norimberga non gli accordò questo privilegio. Così, attorno alle mezzanotte del 15 ottobre 1946, poco prima che avessero inizio le esecuzioni, Göring si uccise inghiottendo una capsula di cianuro. Le autorità alleate, però, decisero di impiccare ugualmente il suo cadavere. Un atto simbolico doveroso davanti agli occhi del mondo o una maramalderia dei vincitori che era possibile evitare?
Ecco, mutatis mutandis, il plotone di pagina 69 deve affrontare un dilemma simile quando gli compare davanti il nuovo romanzo di Susanna Tamaro, Per sempre, appena pubblicato da Giunti. Leggete anche voi, e considerate la mia situazione. Leggi il seguito di questo post »
Margaret Mazzantini, Gigi D’Alessio e il romanzo neomelodico
Ho un serio problema con le nozioni anatomo-fisiologiche di certi canzonettisti melensi. Non è chiaro, per esempio, che cosa intendesse Umberto Tozzi cantando “è una farfalla che muore sbattendo le ali l’amore che a letto si fa”. Quel verso, a dire il vero, lasciava interdetto anche il buon Francesco Guccini: “E tu rimani lì”, commentava, “e ti domandi se le altre volte non hai sbagliato tutto, o qua e là, nella faccenda; se non c’è qualcosa che ti è clamorosamente sfuggito”.
Un enigma non meno arduo lo offre Eros Ramazzotti in Adesso tu: “La parte interna dei respiri tu sarai”. Immagino si riferisse ai respiri tout court, visto che la parte esterna dei respiri (l’aria che c’è in giro) non è da considerarsi pertinenza del signor Ramazzotti, ma chissà. Allo stesso modo, quando Raf cantava “e le tue mani su di me sulle mie mani su di te” (Inevitabile follia), ho sempre pensato che si trattasse di un intreccio recidibile solo per via chirurgica. Leggi il seguito di questo post »
Erri ti presento Nichi. Una cattivissima Pagina 69
Possono due cose molto stupide sprigionare, cozzando, una scintilla d’intelligenza? In linea di principio ne dubito, ma chissà. Fino a pochi giorni fa mi riusciva difficile immaginare qualcosa di più balordo della campagna di scrittori e operatori culturali vari in favore di Cesare Battisti. E invece, lunedì apro il giornale e cosa trovo? Tra le tante reazioni isteriche e scalmanate alla decisione di Lula, che rischiano seriamente di sputtanare la buona causa dell’estradizione, scopro che il Coisp, un sindacato di agenti di polizia, ha invitato a boicottare libri, film e dischi dei firmatari dell’appello per l’ex Proletario Armato per il Comunismo. Iniziativa che, per dire il meno, difetta di logica elementare (senza contare che è una mera ritorsione, per di più contro le persone sbagliate). Così mi son messo a scorrere la lista incriminata – che il sito del Coisp allegava al comunicato – come si sfoglierebbe una guida al consumo critico, uno di quei manualetti che ti dicono che cosa è meglio non comprare, quali alimenti contengono coloranti cancerogeni, quali prodotti sono fabbricati sfruttando manodopera infantile. A farla breve, l’idea che mi è balenata dalla somma algebrica degli opposti cialtronismi è questa: comunque la si pensi su Battisti (e io la penso banalmente come il nostro caro Uomo del Colle), può l’elenco dei suoi sostenitori valere come criterio di gusto, o come guida ai consumi culturali? Leggi il seguito di questo post »
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