Posts Tagged ‘Simone Weil’
Elémire Zolla, scrittore (1926-2002)
Fanno festa Berlicche e Malacoda, i diavoli tentatori di C.S. Lewis, quando un cristiano in preghiera dà prova di credere che il Padreterno sia collocato in qualche punto nello spazio, diciamo pure “su in alto, all’angolo sinistro del soffitto della camera da letto”, o meglio ancora dov’è appeso il Crocefisso: è il segno certo che sta adorando un idolo, un fantoccio mentale, ed è tanto di fatica satanica risparmiata. Ma finché si resta ancorati al mondo di quaggiù, piaccia o meno, la gravità è la nostra signora, le coordinate spaziali la nostra condanna. Sarà pur vero che ciò che sta in alto è come ciò che sta in basso, come insegna la tavola smeraldina; tuttavia quando si è bassi e piccini, e ciò che sta in alto sta davvero in alto, e per giunta non si dispone di uno scaletto, non c’è sapienza ermetica che possa sottrarci a un sentimento di soggezione. Così, quando da bambino me ne stavo a fissare per ore la biblioteca paterna, c’era un libro che più degli altri m’incuteva timore, collocato in uno scaffale abbastanza alto perché io non potessi acciuffarlo, ma abbastanza basso da permettermi di leggere, sul dorso un poco ingiallito, un autore e un titolo dal suono arcano, che al solo scandirli a fior di labbra istigavano un terrore reverenziale: Elémire Zolla, Eclissi dell’intellettuale. Da dove veniva, quel nome altero, a che lingua apparteneva, e come si doveva pronunciarlo? E quali idee si agitavano sotto quel titolo cupo, perentorio? Leggi il seguito di questo post »
L’Arcano Pontefice. Quasi un thriller esoterico
Canovaccio di un thriller esoterico ambientato nei sotterranei del Vaticano, ad uso dello scrittore ribaldo in cerca di fortuna. Il processo canonico del beato Giovanni Paolo II fila spedito, fin troppo si direbbe, e si è a un passo dalla dichiarazione di santità. L’avvocato del diavolo, che ha l’ingrato ufficio di frugare il curriculum del canonizzando per coglierlo in flagranza di peccato o d’eresia, da mesi ormai si macera nella noia: tolta qualche lettera di fuoco dal Sudamerica per l’incresciosa vicenda del monsignor Romero, un esagitato dossier dei lefebvriani e un faldone d’illeggibili documenti sull’affaire Marcinkus, non trova materia per comporre le sue animadversiones. Finché, in un giorno assolato, il nostro sbadigliante advocatus diaboli, ormai fiaccato dal demone meridiano dell’accidia, riceve una busta anonima con un vecchio ritaglio di giornale: una fotografia un poco sgranata dove Wojtyla appare seduto a una scrivania con davanti qualche foglio, un microfono, una pila di libri. Leggi il seguito di questo post »
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