Guido Vitiello

Posts Tagged ‘Vitaliano Brancati

Mani bucate

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I proventi di questa rubrica saranno sperperati fino all’ultimo centesimo su eBay. Lo schema, antico e sperimentato, è lo stesso di Penelope: di giorno faccio un po’ di soldi scrivendo, di notte me ne disfaccio inseguendo cimeli, stravaganze, riviste e libri rari. La settimana successiva ne do conto ai lettori, per quel minimo di accountability a cui devono piegarsi anche i capricci, con la crisi tutt’intorno e il pareggio di bilancio in Costituzione. Ma sono capricci, poi? Buona parte dei discorsi che si sentono in giro suonano come rimasticature di discorsi già fatti (meglio, per giunta) venti, trenta o cent’anni prima; e nulla giova più, per infilarsi nel dibattito, che rovistare nelle attrezzerie di scena di spettacoli dismessi, negli arsenali di battaglie già combattute. Leggi il seguito di questo post »

I Magi sciroccati (e Mattarella impupato)

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3-kings-PaymobilSono arrivati gli zii di Sicilia, cerimoniosi come i re Magi, a portare il loro saluto al martirello del Quirinale. Sono arrivati trainando un carretto agghindato di tutti gli stereotipi letterari della sicilianità e della sicilitudine, che piacciono tanto ai turisti. Ci hanno risparmiato finora lo scirocco, anzi i secoli di scirocco impigliati in quell’aureola di capelli bianchi, ed è già qualcosa; ma per il resto l’hanno impupato ben bene, Mattarella, dando fondo a tutte le riserve di Sciascia e De Roberto e Brancati che avevano a disposizione. Il primo dei re venuti da meridione, Francesco Merlo, gli ha dedicato su Repubblica un ritratto con più addobbi e candele della festa di Santa Rosalia. In uno dei suoi accessi – ahi quanto frequenti – di maschia e chiaroveggente empatia, Merlo si è immaginato il presidente “perduto nell’immensità soffocante del Quirinale come Casimiro, il triste Vicerè di Sicilia”; un “siciliano schivo, coperto e cauto”, un “siciliano tragico e superbo che brancatianamente vede il nero anche nel sole”, “umbratile e sensibile siciliano fenicio che non perdona”, uno di quei siciliani “muti, nodosi, solitari, sobri, schivi e diffidenti”, che ha la solitudine “della Sicilia terragna, Sicilia di scoglio diceva ancora Sciascia e non di mare aperto, mai di avventura”. Altro che l’oro, l’incenso e la mirra: tutti i cliché del made in Sicily si danno convegno in questo piccolo dizionario dei sinonimi dove tutto è dolente, taciturno, malinconico, tormentoso, sofferente. Sciroccoso no – ed è già qualcosa. Leggi il seguito di questo post »

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febbraio 8, 2015 at 11:19 am

Confessioni di un bovarista liberale

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9788861923744La sera andavo anch’io in via Veneto, ma perché ero uno sfigato. Non c’erano, ad aspettarmi, Pannunzio e Libonati al caffè Rosati, anzi non c’era proprio il caffè Rosati. C’era il fast food di piazza Barberini tra i cui miasmi, frammisti alle zaffate calde e umide spiranti dalla grata della metropolitana, bazzicavo il più delle volte da solo, all’occasione in compagnia di un nerd italogiapponese. Poca cosa, vedete bene: non c’è materia da romanzo. La sera andavo in via Veneto perché c’era una libreria aperta fino a notte, che non sarà stata la Rossetti, chiusa da chissà quanto, ma era l’unico luogo dove potessi coltivare quella forma tipicamente insocievole della sfiga adolescenziale che è la bibliomania. Arrivato tardi per lo “snobismo liberale” di Elena Croce, non mi restava che il bovarismo liberale, il ricongiungimento tutto libresco a una comitiva di fantasmi, a spasso per una via anch’essa alquanto spettrale. Voglio credere, o forse sperare, che il mio caso non sia isolato. Sospetto anzi che per altri liberali figli di liberali la generazione del Mondo abbia rappresentato, mutatis mutandis, quello che per i coetanei più a sinistra sono stati i padri sessantottini. Loro erano stati giovani al momento opportuno, baciati dal kairos, avevano potuto coniugare la persuasione, in sé un po’ frigida, di essere dalla parte giusta con il privilegio mondano di godersi la bella o la dolce vita di una stagione fatata. È naturale che i venuti dopo fossero presi nella morsa di un sentimento ambivalente: la venerazione per quel mondo eroico e scomparso, e il fastidio per il querulo narcisismo generazionale dei reduci e dei memorialisti. Leggi il seguito di questo post »

Written by Guido

gennaio 12, 2014 at 12:46 PM