Posts Tagged ‘Roger Caillois’
Indiscrezioni sul Libro del Futuro
Non sarà il Gesamtkunstwerk di Wagner, e non sarà neppure il Livre di Mallarmé. La notizia è ancora confidenziale, ma si può star certi, la via all’“opera d’arte dell’avvenire”, o meglio al libro futuro, l’ha indicata trent’anni fa J. Rodolfo Wilcock. Non ne fece proclami. La consegnò, quasi sbadatamente, al risvolto di copertina dei Due allegri indiani, nell’attesa di un pubblico non ancora nato: “L’opera che qui proponiamo è tutta tesa verso il lettore futuro; non per nulla essa si ispira, sia nel metodo che nella mancanza di metodo, all’esempio cinese di quelle vaste raccolte classiche di fatti curiosi, massime morali, casi storici reali o fantastici e illustrazioni della natura arditamente mescolati e non senza grazia presentati alla rinfusa”. L’attesa potrebbe durare ancora qualche anno o millennio, ma poco importa. Un antenato di cui tener conto, quando si tratterà d’inventarsi una genealogia reale o fantastica per questo Oltrelibro di là da venire, saranno quei gabinetti delle meraviglie secenteschi dove ci si smarriva tra i “curiosa” naturali e artificiali, tra denti di narvalo e orologi meccanici, ossa di mammut e tavolini da tric-trac. Ecco, il libro dell’avvenire sarà una Wunderkammer liberata, infine, dal demone ordinatore dell’enciclopedia. Consumato il tempo dei libri da capire e da decrittare, da ponderare e da sviscerare, da costeggiare docilmente e da seguire al guinzaglio, verrà l’ora dei libri da visitare e da saccheggiare, i libri affollati di reperti ricchi e strani, in cui si possa trascorrere di stanza in stanza senza curarsi della planimetria. Ma prima che questa perorazione lasci la forma della fantasticheria per prender quella, in sé ridicola, del manifesto, veniamo all’occasione che l’ha suscitata: Il calcolo dei dadi, un piccolo libro di Marco Dotti pubblicato dall’editore ObarraO che ha per tema il gioco d’azzardo. Leggi il seguito di questo post »
Annus Mirabilis. Il Guvi Book Award 2009
Caspita, che annata d’oro! Per una volta, sono soddisfatto delle mie letture. E con gran pena sono riuscito a distillare due Top 15 (Narrativa e Saggistica), una Top 10 “di settore” (Extravaganzas) nonché una Caienna dove scontano la loro condanna i tre libri più insulsi letti nel 2009. L’esortazione d’inizio anno, che rivolgo per primo a me stesso, è ancora una volta questa: non farti dettare le scelte di lettura dai calendari degli editori e degli uffici stampa, dal ricatto dell’attualità, dal regno dell’adulazione universale (il cui rovescio è il combattimento dei galli) che domina il cosiddetto giornalismo culturale, dalla pressione di compagnie e circoletti, spesso amabili, che fanno leva sul senso di vergogna. “Ma come, non hai letto Tal de’ Tali?”. Ebbene no, non l’ho letto, non lo leggerò mai: la vita è troppo breve. Siate crivellati di lacune, con lo stesso orgoglio che il nobile Gruviera ostenta nel vostro frigorifero. Leggete i classici, e seguite le vostre ossessioni ovunque vi portino. Tutto il resto è enciclopedismo, snobismo, accademia, fighettismo letterario, o soggezione alla “fama”: che è poco meno che vento.
Se non vi fidate di me, fidatevi di Jonathan Swift: “Dei settemila scritti attualmente prodotti in questa rinomata città, prima che il sole abbia compiuto la prossima rivoluzione, non resterà l’eco di alcuno”. O di Joseph De Maistre: “Ma una raccomandazione mi resta da farvi, Signora, ed è che, all’epoca in cui viviamo, è più che mai necessario di stare in guardia contro la riputazione dei libri, visto che il secolo che tramonta rimarrà sempre segnato nella storia come la grande epoca della ciarlataneria in tutti i campi, e soprattutto delle fame usurpate”.
E ora, le classifiche (compilate, per pigrizia, in ordine sparso, in una notte quasi insonne: perciò non è detto che il numero sette sia meno bello del numero tre, eccetera). Leggi il seguito di questo post »
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