Guido Vitiello

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Invito a cena all’Olympia di Manet. Sui “Ritratti di pittori” di Walser

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“Il quadro è di Andrea Appiani e rappresenta il Parnaso, ovvero il bunga bunga del 1811. Quello là sono io, e questo si chiama Mariano Apicella”. Ecco, quando si tratterà di far capire qualcosa dell’Italia di Berlusconi a chi non c’era o a chi è arrivato tardi, scordiamoci pure delle mille barzellette improvvide o scemotte, ma non di questa didascalia fornita nel giugno scorso a Netanyahu ospite a Villa Madama, né dei pubblici biasimi che suscitò. C’è dentro tutto, ad avere occhi per vedere: il paradosso vivente di un Duchamp nazional-popolare (oggi il solo modo per salvare la Gioconda è farle un paio di baffi), la parodia di dissacrazione cui fa il verso una parodia d’indignazione, la carcassa vuota della solennità istituzionale abitata ormai da un’operetta alla Offenbach dove gli dèi ballano il can-can. Ma chissà che la battuta su Berlusconi e Apicella ignudi tra le Muse non dica qualcosa anche di Appiani e del neoclassicismo, e di quell’arte che riusciva a tenere assieme, come sul punto di scoppiare in una risata, il dio Apollo e Napoleone. Leggi il seguito di questo post »

Written by Guido

ottobre 23, 2011 at 3:38 PM

Annus Mirabilis. Il Guvi Book Award 2009

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Caspita, che annata d’oro! Per una volta, sono soddisfatto delle mie letture. E con gran pena sono riuscito a distillare due Top 15 (Narrativa e Saggistica), una Top 10 “di settore” (Extravaganzas) nonché una Caienna dove scontano la loro condanna i tre libri più insulsi letti nel 2009. L’esortazione d’inizio anno, che rivolgo per primo a me stesso, è ancora una volta questa: non farti dettare le scelte di lettura dai calendari degli editori e degli uffici stampa, dal ricatto dell’attualità, dal regno dell’adulazione universale (il cui rovescio è il combattimento dei galli) che domina il cosiddetto giornalismo culturale, dalla pressione di compagnie e circoletti, spesso amabili, che fanno leva sul senso di vergogna. “Ma come, non hai letto Tal de’ Tali?”. Ebbene no, non l’ho letto, non lo leggerò mai: la vita è troppo breve. Siate crivellati di lacune, con lo stesso orgoglio che il nobile Gruviera ostenta nel vostro frigorifero. Leggete i classici, e seguite le vostre ossessioni ovunque vi portino. Tutto il resto è enciclopedismo, snobismo, accademia, fighettismo letterario, o soggezione alla “fama”: che è poco meno che vento.

Se non vi fidate di me, fidatevi di Jonathan Swift: “Dei settemila scritti attualmente prodotti in questa rinomata città, prima che il sole abbia compiuto la prossima rivoluzione, non resterà l’eco di alcuno”. O di Joseph De Maistre: “Ma una raccomandazione mi resta da farvi, Signora, ed è che, all’epoca in cui viviamo, è più che mai necessario di stare in guardia contro la riputazione dei libri, visto che il secolo che tramonta rimarrà sempre segnato nella storia come la grande epoca della ciarlataneria in tutti i campi, e soprattutto delle fame usurpate”.

E ora, le classifiche (compilate, per pigrizia, in ordine sparso, in una notte quasi insonne: perciò non è detto che il numero sette sia meno bello del numero tre, eccetera). Leggi il seguito di questo post »